20
Ott
Oggi e’ in edicola Nova il nuovo inserto tecnologico del Sole 24 ore. Si tratta di un foglio pieno di informazioni interessanti e assai ben fatto. Siccome non accade quasi mai sono praticamente incredulo. Complimenti a Luca de Biase a Beppe e a tutti gli altri.
Ottobre 20th, 2005 at 09:59
Grazie Porcello,
Detto da te so che è sincero, suocera come sei. Abbiamo trovato un toscanaccio, Marco Magrini, che ci ha rivoltato il cervello e il modo di pensare l'esposizione tecnologico-scientifica. E ci siamo andati dietro, mettendo da parte vanità e ego. Pare funzioni.
In più ci abbiamo un direttore col cervello acceso che teme, e non a torto, che la carta verrà uccisa dalla rete. Chissà chi gli ha messo in testa siumili fanfaluche..;-)
Io appresso a loro mi reinvento, e costa fatica. Ma ne vale la pena.
Sparaci addosso in futuro, Massimo, vecchia suocera…;-)
Ottobre 20th, 2005 at 10:13
Incredibile, ho appena mandato una mail a Luca complimentandomi e poi atterro qua… beh mi (ri)associo con piacere ai complimenti.
Ottobre 20th, 2005 at 13:34
mi associo ai complimenti, li ho fatti ieri allo stand, ma li rifaccio. Poi ti lascio con una cosa: non ho trovato la lavatrice intelligente, ma la poltrona che si comanda dal telecomando e dal media centre. Vale lo stesso?
Ottobre 20th, 2005 at 17:19
A lui porcello e vecchia suocera, a me suocera (senza il vecchia, pero') e stronzo… Caravita, stai diventando sempre piu' affettuoso.
;-)
Battute a parte, sull'entusiasmo del mante, vediamo un po'… post scritto di giorno feriale alle 11:58, e dunque, se anche lui ogni tanto lavora, Nova24 lo aveva si' e no sfogliato. Ma basta che ci siano due interventi formidabili di due fenomenali blogger e via, tutto il resto non esiste e la pubblicazione e' 'da essere increduli', tanto e' 'piena di informazioni interessanti'.
E con questo non sto dicendo che le informazioni interessanti non ci siano, perche' ci sono, come c'erano in altra veste anche su @lpha, ma che scommetto la pipa di beppe che il mante non le ha manco viste.
D'altra parte, mantaleb disprezza tutto cio' che e' informazione classificabile anche solo lontanamente come 'professionale' o 'aziendale', che ritiene inutile e da eliminare (sic), e di solito non ama neppure le rassegne consumer, perche' tanto se devi comperare qualcosa lo chiedi ai blogger e non a qualche giornalista venduto.
Mante, sei di una prevedibilita' disarmante, con un conformismo alle tue piccole ideologie da blog-pallaro che ha dell'incredibile.
Manco un bimbo delle elementari con le figurine dei calciatori e' cosi' lineare. A te basta darti la figurina di weinberger, che nelle bustine in edicola non sempre si trova, e sei l'uomo piu' felice del mondo…
;-)
Ciao, Fabio.
Ottobre 20th, 2005 at 23:51
Beppe, ho riflettuto molto, sulla tua convinzione che la carta e i quotidiani verranno prepensionati dalla Rete. E scrivo una lunga e noiosa riflessione in merito, ma solo per chi e' veramente interessato al topic. Mercenari e perditempo astenersi dalla lettura, pls.
Il tutto, ovviamente, ha poco a che fare sul futuro paperless world e sugli errori di valutazione che forse, finalmente, anche i produttori di stampanti, soprattutto nel mondo consumer e photo printer, o in quello multifunzione, iniziano a rendersi conto di avere fatto. Cosa del resto gia' discussa alcuni post indietro.
Parliamo di chi legge in Rete, quindi, e non compera piu' giornali. Ok. Da altri post indietro, sempre qui, parrebbe che io sia l'unico a leggere solo piu' on line. Lo dico casualmente, giusto per infierire… Parrebbe che _qui_, nel regno dei blogger e dei piu' vecchi navigatori, chi trova qualcosa di interessante in Rete se lo stampi e se lo legga su carta. Pure Goetz, che ho sempre pensato che fosse straight. E uno cosi' non compera piu' quotidiani? Io non saprei, ma ne dubito.
Comunque dalla Rete si stampa, per poi leggere su carta. Siamo ancora fermi a questo, anche tra le elite dei lettori del Mantaleb blog. Io non ne sono del tutto convinto, delle visioni paperless, ma non importa: fatto sta che tra questi commenti sono stato l'unico a sostenere che le stampe casalinghe e negli uffici sono destinate a diventare, lentamente ma inesoralbimente, meno numerose.
Having said that, se restiamo sui quodidiani e sulla loro perdita di copie verso la lettura di articoli in Rete, Beppe, sono perfettamente d'accordo con te. Si compera meno in edicola e si legge di piu' on line. O, almeno, si acchiappa on line e poi si stampa e si legge in treno. Direi che e' un processo in atto anche per alcuni tipi di monografie, anche se e' un costume ancora molto in embrione. Goetz l'ho segnalato al Wwf, come specie che occorre salvaguardare, non ancora evoluta verso la lettura on line, ma gia' capace di rudimentale lettura di stampe di documenti presi on line: di fatto e' l'anello mancante, la Lucy van Pelt della fruzione dell'informazione.
(Fabio, che continua…)
Ottobre 20th, 2005 at 23:55
Yep, ma cosa si legge, oggi, e dove? Chi – come me, fedele lettore di Repubblica per almeno 10 anni, e che non la compera piu' dal 1997 – cosa legge? Ovvio. La home page di Repubblica on line. E poi, visto che non costano nulla, altre home page, del Corriere, della Stampa… a volte altre ancora, spesso cose che non ho mai comperato in passato e che neppure adesso mai acquisterei in edicola.
Blog? Certo, li leggo per svago, o perche' li commento – ma questo vale solo per pochi eletti – o ancora per trovare oddities, cose divertenti, cazzate, varie ed eventuali, o infine perche' mi diverto a conversare con gli autori, ma non, proprio mai, per ottenere un'informazione rapida, completa *e soprattutto attendibile* su qualcosa. E neppure per approfondimenti, visto che il blogger medio – non solo in Italia – tende a pavoneggiarsi, a esagerare, a provocare, a essere sarcastico, o a divertire, prelevando una frasetta da un articolo mainstream e facendoci vedere quanto e' figo nel dire di meglio e di piu' vero, ma senza mai nessuna reale informazione in piu'.
E allora? Direi che al momento siamo in quello stadio che di solito viene chiamato cannibalizzazione. Repubblica perde copie – come dici – ma soltanto per colpa della sua stessa home page, non dei blog. E il problema di Repubblica e' che ancora non ha trovato un modello di business che riesca a ricomporre questa strana schizofrenia. Ogni tanto la bocca solleva dal fiero pasto, ma senza sapere come potrebbe mangiare meglio e su entrambi i fronti.
Che c'entrano i blog, in questo? Assolutamente nulla. Non si puo' sostituire la lettura della home page di Repubblica o del Corriere con la lettura del manteblog. E non credo a chi sostiene la nascita di un nuovo lettore, attento e consapevole, che cerca la verita' tra i blog e non crede piu' al brand di una grande testata.
Bullshit.
Quando si vuole interagire con l'autore e cazzeggiare, o discutere, si leggono i blog, ma quando si vuole l'aggiornamento 'vero' su una notizia si va sul sito di un quotidiano. O della Bbc. O del Nyt. Non vedo le due cose in competizione. Sono due universi diversi, le testate e i blog, che stanno sperimentando qualche complementarieta', ma che resteranno diversi. Per parecchio tempo.
(Fabio, che continua…)
Ottobre 21st, 2005 at 00:02
Su un'altra tua idea invece concordo, Beppe, dato che credo che le grandi testate, diventando piu' interattive, potrebbero fare molto meglio, e persino rubare – il poco e misero – spazio che hanno i blog sul terreno dell'informazione, inventandosi e costruendo nuovi tipo di interattivita'con e per i lettori. Su questo, sul serio, si e' fatto poco o nulla, incredibilmente e molto stupidamente. Certo, non basta mettere su il solito forum, ma occorre progettare con attenzione e spendere energie, e per un successo per nulla scontato. Con il tempo e con la paglia, credo, vedremo qualcosa anche su questo terreno.
Oltre a questo e ripetendomi un po', sono tuttora, ancora, scleroticamente convinto che il vero 'must' per i media mainstream sia capire come recuperare economicamente i lettori che si accontentano delle loro home page, senza rinunciare a una presenza in Rete che e' comunque molto importante, Imo, e che e' strategica anche per continuare a vendere in edicola e per non perdere troppe entrate sulle copie di carta.
Come dire… fammi vedere on line e gratis che sei una testata cool, e magari ti compero anche in edicola. Oppure mi faccio un abbonamento on line.
E tornando alla carta… thanks God it's losing ground. Nel 1987 lavoravo in un gruppo che si chiamava 'office automation'. Si sperimentavano i primi Cd-Rom, le macro dei word processor, o l'estrazione dei dati da mainframe per la loro elaborazione su Pc. Dagli anni '80 a ieri, la carta stampata in un'azienda tipo e' aumentata invece di diminuire. Si riceve una mail e la si stampa. Si scrive un report, lo si stampa e poi lo si fotocopia e lo si mette nella vaschetta della posta interna.
Demenziale. Forse solo oggi, quasi vent'anni dopo, la carta stampata sta calando sensibilmente, anche se (o persino) in un mondo dove tutti possono produrre sempre piu' documenti e altri file e, di fatto, ne producono sempre di piu'.
E' che questi spesso son processi lenti… ci vuole pazienza. Internet ha rivoluzionato la mia vita, gia' molti anni fa. Il mio modo di lavorare, i miei contatti, i miei acquisti, le mie letture. Ma… se alcune piccole rivoluzioni sono rapide e sottovalutate, come l'uso della Rete in caso di acquisti, altri cambiamenti, come i blog che vorrebbero fare informazione, o almeno diventare punti di riferimento per la discussione dell'informazione, non sono e non saranno rivoluzioni, procedono molto lentamente e sono tutto meno che mainstream.
Ciao e fine, Fabio.
Ottobre 21st, 2005 at 03:51
ciaoFabio, sono molto triste perché tu ti sei dimenticato di me. Ho scritto che ormai lavoro a video e non sulla carta, e tu affermi che nessuno dei lettori costà (tranne naturalmente Te) lo fa…
Ottobre 21st, 2005 at 03:54
Sai Fabio, al di là dei termini affettuosi (un po' da caserma, ammetto) che a volte mi permetto di elargire, ho stima sia di te che del Mante. Qui sui blog ho imparato a imparare, a connettere, ad ascoltare, a tentare di andare oltre i limiti di vent'anni di giornalismo professionale.
Noi, in questo campo, siamo in una sorta di morsa: da un lato l'It italiana, ridimensionatasi anno dopo anno (oggi è l'unico mercato europeo a crescita reale negativa) stenta a sostenere, con il suo gettito pubblicitario, pubblicazioni gratuite o semi-gratuite.
Dall'altro lato della morsa puntare su nuovi lettori interessati alla tecnologia e alla scienza, specie con un prodotto settimanale, non è uno scherzo. Chi legge e si informa nella scienza e tecnologia davvero va sul Web, e trova non solo home page di informazione istantanea. Ma notizie in tempo reale, blog specializzati (alcuni molto validi come Piquepaille o Smart Mobs) , papers, comunicati stampa, testate comunitarie del calibro di Slashdot….
Che si fa con un prodotto settimanale? Non facile.
Il tentativo è quello di aggiungere valore cercando di inventarsi ogni volta nuove connessioni, voci, dominii di possibilità . Incrociando notizie, raccontando esperienze, guardando ai lati meno pubblicizzati dei fenomeni.
L'idea insomma è quella di riposizionare un settimanale come oggetto che va un po' oltre la classica informazione scientifico-tecnologica. Attaccando sul tema del valore d'uso, anche di immaginazione e di stimolo inatteso, che può nascere da questi temi. E ne abbiamo da pedalare e da scavare. Ma la miniera pare promettente…
Aggiungo un piccolo elemento. Sia Luca De Biase che il sottoscritto siamo anche bloggers. Luca ha già una categoria del suo blog su informazione e comunicazione e io ne apro una ora, per costringermi a seguire tutta la (rilevante) conversazione in corso sui media partecipativi. Dall'altro lato abbiamo una pagina community su Nòva. Passo per passo, con le risorse di rete, umane e di tempo realisticamente disponibili, cominciamo a stabilire dei canali di ritorno, di possibile gioco a guadagno condiviso. Vedremo, il futuro è aperto.
Ottobre 21st, 2005 at 04:53
Ieri sera ho letto Nòva (per caso, nel senso che ero a una serata di giochi con un amico che lavora al Sole e aveva con sé l'inserto). Mi è personalmente parso che la parte marchettara sia un po' alta – sarà stata la coincidenza con smau? – e ad esempio quando si è parlato delle pile mi è sembrato che alla fine si sia tirato giù un po' troppo in fretta, ma in complesso l'inserto mi è parso con un taglio interessante, e potrebbe contribuire al deficit di divulgazione scientifica che c'è ovunque, ma in Italia supera ogni limite.
Ottobre 21st, 2005 at 05:40
Mi devo sentire importante visto che il ciaoFabio mi pensa e mi tira in ballo. Il mio egoindex è salito di sei punti :)
Devo confermare, sono un acquirente infedele di quotidiani, mentre sono un avido lettore di settimanali. Sono abbonato a Newsweek e acquisto molto spesso l'Economist. Leggo moltissime riviste specializzate nei settori della comunicazione e della tecnologie. Oramai l'editoria non serve più per svelare la notizia che è già disponibile in rete, ma per elaborarla, contestualizzarla ed approfondirla. Ho letto con grande interesse Nova che ritengo un ottimo esempio di come l'approfondimento ben costruito possa indurre a far acquistare di nuovo i quotidiani. Credo che Nova abbia ancora bisogna di qualche tempo per assestarsi e trovare una linea editoriale definitiva. Il mio suggerimento per Nova è quello di lavorare molto per lo sviluppo della sua community affinche ci possa essere un mutuo scambio tra chi scrive e chi legge che possa arricchire tutti.
Sono molto meravigliato dal manicheismo intellettuale del CiaoFabio.
Credo che sia una idiozia l'idea di un mondo paperless. Sono convinto che ognuno di noi, utilizzerà il mezzo nelle forme e nei modi che in quel momento gli è più utile. Per questo continuerò a leggere i libri di carta e non gli e-book, a stamparmi gli editoriali on line da leggere sul treno e ho finalmente incominciato a scaricare la registrazione di trasmissioni radiofoniche di mio interesse che ascolto in mobilità .
Il mondo non si esaursce on line e lo dice chi attraverso la rete opera e ne trae il suo pane e burro.
Trovo assolutamente inutile l'operazione di codifica di un eventuale comportamento di fruizione delle informazioni. Quello che occorre invece fare e offire alle persone una pluralità di contenuti su una pluralità di dispositivi distribuiti su una pluralità di piattaforme e lasciare che ognuno trovi la modalità che gli conviene. Su una cosa invece sono d'accordo con ciaoFabio, la fruizione dei contenuti su una testata editoriale su un blog e attraverso un feed sono assolutamente complementari. Sono molto interessato non solo ai media partecipativi ma anche a progetti che nascono su un blog e si trasformano in libri e sono sempre di più.
Ottobre 21st, 2005 at 06:07
Fabio, ma perché non ti fai un blog?
;-)
Ottobre 21st, 2005 at 08:19
Mi associo, gli rompo sempre le balle su questo,ma lui non ne vuol sapere…;-)
Ottobre 21st, 2005 at 08:27
Mafe, se e quando non avro' spazi dove scrivere, forse mi faro' un blog. Contenta?
Mau, Ok, anche tu leggi a video, anche se non lo faresti per un libro. Me ne ero dimenticato. Tanto lo sai che ti penso sempre, vero?
Goetz, tu proprio non leggi mai… parlavo di paperless solo come esempio di un processo preconizzato come rivoluzionario gia' alla fine degli anni '80 e che soltanto adesso, ben 20 anni dopo, sta diventando realta'. Detto questo, quali sono gli esperimenti interessanti di cose nate in rete e diventati libri?
Beppe, per gli aggiornamenti tecnologici, questa sara' la terza o quarta volta che chiedo qui di segnalarmi dei validi blog in questo senso. Di solito non ricevo risposte. E Smart mobs e' solo il di Rheingold pensiero, via, mentre Piquepaille non lo conosco, e Slashdot non lo amo molto.
Ok, io trovo quasi tutto in Rete, ma da comunicati, newsletter, testate specializzate on line, e non da blog. E io l'Ict lo seguo di mestiere. Per chi vuole aggiornarsi senza un impegno di molte ore al giorno, gli unici rivali delle riviste specializzate, Imo, sono ancora i siti delle riviste stesse.
Ciao, Fabio.
Ottobre 21st, 2005 at 09:29
ciaoFabio, dal blog al libro ne scrivo qui.
http://www.imli.com/imlog/archivi/000776.html#more
Come ho scritto, il progetto più atteso è quello relativo a The Long Tail, prima articolo su Wired, poi blog e prossimamente libro.
Saluti
Ottobre 21st, 2005 at 10:07
Fabio, lo dicevo per te, che ti vedo male compresso nei limiti di questa finestrella, con tutti questi "continua".
Per curiosità , hai mai parlato male di una rivista su cui scrivi, e bene di una rivista su cui non scrivi?
Ottobre 21st, 2005 at 10:31
hehehe the medium is the "massage"
Ottobre 21st, 2005 at 10:50
Mafe, provocazione sciocca… dovresti ricordarti un po' della mia passata e turbolenta carriera professionale…
;-)
E dovresti ricordare per esempio che quando scrivevo su 'Virtual' avevo spesso concitate telefonate o accesi scambi di mail con Garassini, ove le spiegavo che la sua rivista proprio non andava. Se non sbaglio ho anche litigato piu' di una volta con il tuo consorte, allora caporedattore. Ma Ok, nel complesso forse ne parlavo bene, di Virtual, anche perche', soprattutto nei primi anni, era l'unica esistente.
Poi, e' passato alla storia il modo con cui ho iniziato a collaborare con – altra defunta – Internet.net, scrivendo una lettera incazzata al direttore in cui spiegavo loro che di Internet non ne capivano un beato. Con il risultato che sullo stesso numero e' uscita la mia lettera nella rubrica dei lettori, anche se in realta' voleva essere privata, con risposta seccatissima del direttore, del tipo 'provi lei a fare di meglio, se e' cosi' bravo', e poche pagine piu' in la' il mio primo servizio…
Sempre tra i – purtroppo – defunti dove ho collaborato, un'altra di cui non mi pare di avere mai parlato bene e' 'Happy Web'.
Un'altra ancora su cui scrivo – da anni ma di rado, a dire il vero – e che non mi ha mai entusiasmato e' Zerouno. Ben fatta, bravi professionisti che ci lavorano, ma la trovo di una noia mortale, con troppe vetrinette sulle aziende, che tendono a essere poco critiche, e con una valanga di 'inserti redazionali'.
Tra quelle su cui non scrivo? Sai, dovendo gia' leggere quelle su cui scrivo, non mi avanza molto tempo per le altre. Per esempio, non saprei dare un giudizio sulle altre due della sacra triade dei settimanali aziendali, oltre a Week.it, cioe' Linea Edp e Computer World, che leggo saltuariamente e solo on line.
Eppero', giusto per contraddirti, sappi che per un anno, da ottobre 2003 a ottobre 2004, sono stato felicemente abbonato a Italia oggi del sabato, per leggere Italia Oggi.it. Inserto che mi piaceva, anche questo purtroppo cassato (per fortuna esattamente allo scadere del mio abbonamento). E pensa che mi ero abbonato poco dopo che avevano rifiutato la mia proposta di collaborazione, perche' gia' pieni.
Ciao, Fabio.
Ottobre 21st, 2005 at 11:00
Goetz, dal blog al libro: ne citi uno solo…
Ciao, Fabio.
Ottobre 21st, 2005 at 11:14
L'ultimo libro di Michele Mezza, media senza mediatori.org che è un libro nuovo, è l'estensione dell'omonimo blog.
Nel post di cui ti ho indicato il link, ti cito il premio relativo ai libri che partono da un progetto blog. Ne parla anche il Corriere
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/10_Ottobre/12/bloker.shtml
E' un fenomeno in grande crescita soprattutto nei Paesi asiatici come avevo già scritto qui.
http://www.imli.com/imlog/archivi/000472.html
In questo post Giuseppe Mayer scrive a proposito dell'interazione tra blog e stampa
http://www.imli.com/imlog/archivi/000631.html
ma questi sono esempi che già conosci.
Qualche americano ha già coniato il neologismo "blook".
http://www.allbusiness.com/blog/OnlyOnce
/3359/003394.html
saluti
Ottobre 21st, 2005 at 11:17
Chiedo scusa, si è rotto il link
http://www.allbusiness.com/blog/OnlyOnce/3359/003394.html
saluti
Ottobre 21st, 2005 at 11:20
Oh, si', Salam pax, Belle de Jour, e qualche sporadico successo in Asia. E la carta stampata che insegue i blog, sperando di ricavarci qualcosa. Nulla di nuovo sotto il sole.
Ciao, Fabio.
Ottobre 21st, 2005 at 11:21
Il blook è qualcosa di leggermente diverso
A blook is a book serialized on a blog. You can read it with a browser or feed reader, subscribe to it by email, tag it, comment on it, and link to it. The beta edition of this blook includes a wiki, a readers' forum, a faux company website, and downloadable PDFs of chapters.
http://www.hackoff.com/blook/
Non è un'idea originalissima, sono d'accordo, ma vale la pena di osservarne le prossime evoluzioni.
Ottobre 21st, 2005 at 11:39
ue', ciaofabio, qui c'e' un lavoro adatto a te:
http://www.grapevinejobs.com/index.asp?Page=jobseeker/jobseeker_jobs_more_detail.asp?client_job_id=9978
Ottobre 21st, 2005 at 16:40
Goetz, anche per i blook, sempre li' siamo, come per le testate: tra l'on line e la carta non c'e' ancora un equilibrio e si rischia di cannibalizzare il prodotto.
Il nostro Biblioteche in Rete ha un buon numero di accessi, on line, ma come noi avevamo previsto, dal 2003, da quando e' online, le vendite dell'edizione di carta sono crollate.
I casi di sinergia sono piu' l'eccezione che la regola. Vedi anche i salti mortali di Gubitosa con il suo ultimo libro, di cui si parlava anche qui alcuni post orsono, con il tentativo di garantire qualche entrata alla carta ma di rispettare una distribuzione libera.
Ciao, Fabio.
Ottobre 22nd, 2005 at 01:56
Oh, ma dimenticavo la case history piu' illuminante e piu' divertente, su uno dei tanti motivi perche' i quotidiani, forse, potrebbe essere, perdono terreno.
Quando e' scaduto il mio abbonamento a Italia Oggi del sabato, alla fine del 2004, contemporaneamente, come dicevo, hanno fatto fuori Italia Oggi.it, che era l'inserto per cui mi ero abbonato. Che e' stato rimpiazzato da un altro inserto sull'Ict chiamato Circuits, tuttora esistente, che pero' esce il martedi'.
Ora, alla fine del 2004 ho ricevuto da Italia Oggi almeno cinque lettere di carta che chiedevano il rinnovo del mio abbonamento, ma sempre lo stesso abbonamento, al sabato, e ho ricevuto Italia Oggi del _sabato_ per almeno altri tre mesi oltre alla scadenza del mio abbonamento (mi ripeto perche' sia chiaro, dato che e' abbastanza demenziale).
Il che, prego notare, costa. Lettere, e copie gratis del giornale per tre mesi…
E io poi andavo in edicola, abbastanza scazzato e sentendomi un po' pirla, e comperavo l'edizione del martedi', perche' mi interessava vedere com'era Circuits.
Ma non a un cane dei loro markettari (senza offesa per i presenti che fanno lo stesso mestiere, Goetz, sul serio, lo so che invece tu sei un altro piano) e' venuto in mente che, chissa', forse, poteva darsi, visto che ero abbonato all'edizione del sabato, forse mi interessava l'Ict, e, chissa', forse, poteva darsi, mandandomi per tre mesi l'edizione del martedi' con Circuits, invece di quella del sabato senza piu' nulla, e magari spedendomi una lettera di proposta di abbonamento sul martedi' invece che sul sabato, avrei potuto accettare.
E infatti, se lo avessero fatto, avrei accettato e mi sarei abbonato per il martedi'.
Invece, mi sono rotto le ciuffole, per tanta imbecillita', e ho smesso di comperare Italia Oggi. Definitivamente.
Che dire? E' tutta e solo questione di ritornare alla old economy, in the end? No, io non direi. Anche perche' non sono un fanatico della restaurazione e sono convinto che le innovazioni, anche quando falliscono, non scompaiano e non possano essere ignorate.
Ma di certo un po' di old economy supportata da un buon 'new' e 'high tech' Crm puo' essere molto importante.
Ciao, Fabio, che continua…
Ottobre 22nd, 2005 at 01:58
E continuo…
Tra l'altro, ne ho le palle piene di ricevere almeno due volte al mese telefonate di Telecom per propormi Adsl, che io ho gia' con Tin, e che e' loro o sbaglio? Mi telefonano da anni… e le telefonate con operatore, costano, o no?
Anyway, ogni volta li prego di prendere nota che io Adsl l'ho gia' e comunque loro mi richiamano e mi richiameranno fino alla fine dei miei giorni. Di solito chiamano quando sto aspettando una telefonata importante o quando sono sotto la doccia, in perfetto accordo con le leggi di Murphy.
Eh, Beppe, saro' una suocera, ma prima dell'inseguimento dei blog, che a me continua a sembrare, sinceramente, un po' futile, mi pare che ci siano ancora ben altri buchi che fanno scappare i clienti o i lettori, molto piu' grossi.
E specifico: non ho mai avuto rapporti da abbonato con il Sole, e non so come funziona il vostro marketting. Ma non mi stupirei troppo se facesso schifo uguale.
;-)
Ciao, Fabio, e fine.
Ottobre 22nd, 2005 at 05:19
Ti dò ragione Fabio, ci sono ancora grossi e evidenti buchi. Come quello, giusto, che tu mi segnali sull'Adsl. E lo fai guardacaso nell'area commenti di un blog gentilmente messa a disposizione da un blogger volontario.
Non credi sia prezioso tutto ciò? Personalmente in vent'anni di lavoro non ho mai avuto un decente feedback sulle mie cavolate se non da quando mi sono messo sulla rete.
Se aspettiamo i marketing…;-)
Ottobre 22nd, 2005 at 07:08
Grazie Fabio per offrirmi il contesto per promuovere il mio blog che tratta proprio dei temi che hai descritto. Quel tipo di marketing è assolutamente fallimentare.
Moltissime aziende sono convinte che il CRM sia una tecnologia e che implementando un software si risolvono tutti i problemi di relazione con i clienti.
Il grosso problema delle imprese italiane ivi compresi gli editori è che non ascoltano. Non ascoltano i loro clienti e non ascoltano i loro collaboratori. Basterebbe solo quello per fare un gran passo avanti. Tutto il resto è fuffa.