Sulla inutile e strumentale discussioneitalica in onda in queste ore sui PACS, faccio mie le parole di Sergio:

L’ennesima baraonda sul possibile riconoscimento delle coppie di fatto è indegna di un paese, non dico neanche europeo, ma civile. Eppure è talmente semplice: non stiamo parlando di cambiare la realtà , stiamo parlando di prendere atto – ci piaccia o meno – che la realtà  è già  cambiata da un sacco di tempo e che è necessario adeguare dignitosamente gli strumenti legali che regolano i legittimi spazi di ciascuno. Con buona pace della sacralità  del matrimonio, che pure riconosco e rispetto: semplicemente stiamo parlando di un’altra cosa.

2 commenti a “GUARDARSI ATTORNO”

  1. P.G. dice:

    Anche i Pacs a me sembrano troppo, più che troppo poco.

    Io sono per la liberalizzazione del matrimonio. Ovvero: ognuno si regoli come vuole, e lo stato si limiti a riconoscere le pattuizioni intercorse fra le parti, qualsiasi esse siano.

  2. Simona dice:

    Nessuno dei miei abituali interlocutori ha risposto a questa domanda.

    Chi decide di convivere senza sposarsi vorrebbe riconosciuti determinati diritti (di cui sarebbe titolare sposandosi). Mi chiedo: quali sono i doveri cui il matrimonio vincolerebbe e che chi convive non vuole rispettare? Se è una questione economica esiste la separazione dei beni. E allora non capisco cosa abbia di diverso un matrimonio da qualsiasi altro contratto.