Trovo molto interessanti gli sviluppi sulla progenitura dello scoop sugli omissis del caso Calipari. Ottima come sempre l’analisi tecnica di Antonio Sofi, alla quale mi sento di aggiungere alcune piccole cattiverie sulle quali Antonio per carattere e signorilita’ ha sorvolato.

Repubblica, il Corriere e l’Ansa, gli unici tre soggetti probabilmente attivi la domenica mattina del 1° maggio ci hanno fatto una figura a loro modo “grandiosa”. Non tanto per aver bucato la notizia che certamente girava in rete ancor prima del post di Macchianera (vedi il post su Indymedia della notte precedente) quanto nel costruirsi in un secondo tempo plausibili ragioni per non dire che solo dopo aver letto il post di Gianluca l’informazione del PDF senza omissis era diventata per loro (come direbbe Antonio) “notiziabile”. Molto divertente la news Ansa sullo studente greco primo scopritore del papocchio, altrettanto divertente la intervista su Repubblica radio al webmaster messinese anch’egli primo scopritore della grande notizia, autore di una mail a Repubblica in piena notte. Un vero peccato che il Corriere non abbia fatto altrettanto scovando magari una casalinga di Cuneo che alle due di notte sveglia Paolo Mieli per annunciare per prima il PDF bucato. (in realta’ il Corriere, che appena saputa la notizia linkava direttamente Macchianera, forse ha rinunciato a trovarsi una propria fonte originale alla quale dedicare una bella intervista per ovvie ragioni di opportunita’).

Tutto questo scalpitare secondo me significa una sola cosa: queste persone, impegnate a retrodatare le loro fonti, stanno dando un senso al loro lavoro. Lo giustificano e lo valorizzano come possono. Non e’ banale che nelle occasioni in cui c’e’ poco o nulla da valorizzare i risultati siano questi.

Scrivere su Repubblica o sul Corriere, “l’ho letto su Macchianera” e’ una realta’ inconfessabile per chiunque abbia una considerazione simbolica della propria attivita’ professionale. Tutta roba legata al mondo che fu. La mail del lettore greco o messinese e’ compatibile con la funzione di filtro informativo del giornalista (anche se ridotta alla odiosa formula “alcuni lettori ci informano..”). La lettura della notizia su un blog no. I blog, nell’immaginario ristretto di molta stampa rappresentano una sorta di concorrente sleale: non e’ possibile citarli pena il rischio che qualcuno li associ, per capacita’ di informazione ed analisi, alla informazione professionale.

Ora la cosa divertente e’ che questa e’ a tutti gli effetti una paranoia. Una specie di ossessione cristallizzata di molta stampa che non riesce a comprendere che oggi l’informazione viaggia a velocita’ molto superiori alla capacita’ di controllo di chiunque. Sempre piu’ spesso le notizie importanti usciranno da viottoli differenti delle solite 4 agenzie di stampa. E questo avverra’ senza che nessuno decida a tavolino di violare il sacro orticello degli iscritti all’ordine. Il cui potere va piano piano calando non certo per colpa delle eventuali aspirazioni giornalistiche dei blogger, quanto per banali ragioni di contesto tecnologico.

Una volta compreso questo sono certo che qualsiasi giornalista potra’ iniziare a citare come deontologia vuole la fonte da cui ha appreso la notizia, senza timori o vergogna. Che siano tratte da un blog o da qualsiasi altra contesto. Tutto diventera’ piu’ normale, eppure ho come la sensazione che ci divertiremo assai meno.

24 commenti a “INDY, NERI, IL GRECO e IL MESSINESE”

  1. danilo dice:

    si si si si

  2. Joker0 dice:

    I giornalisti lisciano sulle fonti perchè vedono un pericoloso e fantomatico avversario nei bloggers, e questo perchè non comprendono i pesi del mondo Internet (ma tanto non serve comprendere realmente qualcosa di cui si scrive su un giornale a tiratura nazionale); i legislatori lisciano quando fanno le leggi che impattano su Internet, perchè non comprendono nemmeno loro la velocità , i modi e la sostaza di questo mondo (ad es. la legge che obbligherebbe a depositare i siti Web alla biblioteca centrale). La Procura della Repubblica usa i codicilli dei tempi del re per giudicare (e comprendere?) l'episodio di Indymedia e del fotoritocco. Aziende spendono soldi in avvocati per ingiunzioni a chiudere siti vagamente riconducibili al proprio brand (es. nerd4dummies.org). Questi signori sono tutti così viziati dall'idea che Internet e i computer siano una cosa facile per tutti (come sempre più tentano di convincerci) da non volersi rivolgere all'idraulico al terzo tentativo fallito di aggiustare il tubo che perde ? Cioè: se non è il tuo lavoro, perchè non chiedi a chi è del mestiere, se vedi che non capisci un tubo ?

  3. Fabio Metitieri dice:

    Mah…. per una volta che un blog ha pubblicato per primo una notizia gia' circolante… Ne stai parlando come se fosse la regola. O il futuro.

    Senza tenere conto, tra l'altro, che il blog è una pubblicazione – se e' una pubblicazione – molto particolare, velocissima perche' senza controlli. (Il che, tra l'altro significa anche che un blog ha molte piu' possibilita' di pubblicare bufale varie ed eventuali). E lo stesso discorso, tra l'altro, lo farei su pubblicazioncine come Pi, che valgono al massimo come rassegna di notizie scopiazzate altrove, altra cosa che spesso fanno i blog.

    Sul fatto che i flussi di informazione stiano cambiando e che anche le fonti giornalistiche siano diventate e diventeranno molto diverse rispetto al passato, sono pienamente d'accordo.

    Sulla solita grancassa che si suona tra i blogger in questi (rari) casi, de "L'informazione siamo noi", no.

    Se poi guardo la mia personale esperenza, io scrivo di Internet e di Ict, materie piu' che trattate dai blog, e non mi e' ancora successo una volta, neppure una volta, che mi arrivasse qualcosa di interessante da un blog.

    E stavo pensando in questi giorni, per esempio, che quando leggo due o tre o piu' articoli scritti da miei colleghi giornalisti su una conferenza stampa o evento che ho seguito anche io, a volte i nostri pezzi hanno delle similitudini, ma molto piu' spesso leggendoli sembra di rivedere Rashomon di Kurosawa, dato che ognuno scrive in base alla propria esperienza e per i propri lettori.

    Quindi, Ok, ai blog puo' succedere di segnalare notiziole o in qualche caso di svelare un segreto di Pulcinella prima degli altri, ma questo non soltanto non significa fare giornalismo, ma non significa neppure che i blog possano aspirare a diventare vere fonti di informazione.

    L'unica concessione che faccio ai blog e' la possibilita' di fornire del reporting dal vivo di eventi dove non ci sono veri reporter, una cosa che peraltro capita ancora di rado.

    Tutto il resto son le seghe mentali dei soliti quattro blog-fighetti presuntuosi e pieni di invidia perche' non riescono a fare i giornalisti.

    IMO.

    Ciao, Fabio.

  4. Fabio Metitieri dice:

    Joker:

    "Cioè: se non è il tuo lavoro, perchè non chiedi a chi è del mestiere, se vedi che non capisci un tubo ?"

    Cosa sarebbe, un consiglio per il Mante?

    ;-)

    Ciao, Fabio.

  5. Samuele dice:

    Sicuramente quando in futuro le notizie-blog avranno più risalto un po' di merito sarà  anche di Gianluca Neri. E onore al merito.

  6. .mau. dice:

    Vedi, Ciao Fabio, in questo caso la "verifica della notizia" se la poteva fare in due minuti persino un qualunque giornalista – mentre per la pubblicazione da parte di indymedia il problema era appunto la verifica.

    Il punto di base per me è questo.

  7. antonio dice:

    Impeccabile, Massimo. Secondo me è andata proprio così. L'unica cosa che non credo? che ci divertiremmo assai meno ;)

  8. alessio dice:

    Che post triste, ma proprio triste triste.

  9. Pier Paolo dice:

    Io se fossi giornalista non citerei un blog come fonte perchè sarebbe davvero come regalare clientela alla concorrenza, perchè l'uno sostituisce davvero l'altro. A chi come me di informazione gliene serve quel tanto e non di più, sceglie tra le fonti a disposizione, non legge un pò di tutto come sembra pensare mantellini. Pertanto se molta gente iniziasse a credere che leggere blog può sostituire l'acquisto di un giornale, comincierà  a farlo, e come ha predetto Murdoch, questo sarà  uno dei meccanismi che darà  l'avvio alla morte della carta stampata.

  10. Alessandro dice:

    Ma credete davvero che per un grande giornale Gianluca Neri -Macchianera, o lo studente greco o il nottambulo messinese facciano qualche differenza? No dico, lo pensate davvero? Pensate che abbiano occultato la fonte o addirittura ne abbiano inventata una propria per paura dei blog? A volte ho impressione che molti blogger, anche bravi, abbiano una dispercezione inquietante dei meccanismi dei media. Una lettura del vecchio "Fa notizia" di Cesareo gioverebbe molto. Gioverebbe anche un po' di umiltà , un po' di controllo dell'Io: avete idea di quanti blogger intasano le mail dei redattori dei giornali implorando una citazione? E avete idea di quanti blogger mitomani accusano giornalisti di aver copiato notizie date "solo da loro" che invece erano uscite sull'Ansa? Insomma, la realtà  è un po' più sfaccettata di quanto scrive l'ottimo Mantellini.

  11. edi dice:

    l'analisi di Webgol mi pare tuttora la più puntuale. Non rileva granché chi per primo ha scoperto l'errore, quanto invece conta (IMHO) chi per primo l'ha comunicato tramite un mezzo veloce, a potenziale altissima diffusività , citabile (dunque "fonte").

    è questa IMHO la vera rivoluzione. Perché il publigo bloggante ha letto la notizia, probabilmente, prima su Macchianera che sul resto dei mass media. Il pubblico non bloggante ovviamente ha carpito la notizia tramite i mezzi ordinari (TV, giornali, radio) i quali, salvo eccezioni, hanno tuttavia citato il "Blogger Gianluca Neri".

    Chissà  se si tratterà  di un episodio isolato o, invece, di un notevole scossone al sistema mediatico italiano.

  12. Antonio Dini dice:

    Una domanda: ma chi è Antonio che direbbe "notiziabile"?

  13. senno_di_poi dice:

    Ma quanto ve la tirate, voi bloggers!!!!

    Mi sono interessato alla lettura tre o quattro blog di carattere socio-tecnologico, ma li sto lasciando cadere uno dopo l'altro (questo è l'ultimo in ordine di tempo) perché pieni di boria e autoreferenzialità .

    Ora sono finalmente convinto dell'inutilità  di questi pulpiti tascabili.

    Bye Bye

  14. .mau. dice:

    grazie per averci reso partecipe del tuo illuminato pensiero. Stanotte dormirò sereno.

  15. Antonio dice:

    Antonio, l'Antonio del notiziabile non sei tu e nemmeno io, ma quello di webgol.

    ciao

  16. Sandro kensan dice:

    Mi piacerebbe che il Tenutario citasse la notizia scritta oggi su "Il Manifesto". Si scrive in seconda pagina un articolo intitolato "Professione Blogger". La giornalista è Francesca Longo e potrebbe ben essere una blogger ma comunque sia sul giornale Il manifesto cita un po' tutti i protagonisti.

    Si parla di Neri, dello studente di greco, delle agenzie, di Repubblica, del corriere e si collegano i fatti in ordine cronologico. La Francesca racconta il retroscena, le guerre e i buchi delle notizie dei giornali e agenzie ufficiali. E' ovviamente citato http://www.macchianera.net e pure il lancio del nome di Neri come scopritore del segreto di pulcinella prontamente coperto dal "greco" da un po' tutta l'ufficialità  informativa.

    Domani l'articolo di Francesca passerà  dall'inchiostro su carta al sito ufficiale del giornale, da parte mia non ho atteso e 1.10 euro sono spesi bene solo per leggere questo articolo.

    Sempre in seconda pagina luciano lombardi parla della questione tecnica con "Copia e incolla". Le altre pagine del giornale le devo ancora leggere ma sono sicuro che Franco Carlini avrà  da dire la sua su questa questione.

  17. Giuseppe Mazza dice:

    Franco Carlini ha scritto ieri per il Corriere della Sera un articolo molto "for dummies". (Argh, rischio la denuncia?)

  18. Bricke dice:

    Il Sole 24 Ore su radio24 ha parlato della notizia specificando che è stato un blogger a scoprire il meccanismo.

    Nell'approfondimento hanno citato la fonte e intervistato telefonicamente Neri.

    Non tutti i giornali sono uguali.

  19. antonio sofi dice:

    Mi diverte sempre quando delle scemenze che scrivo se ne scrive come "l'ha detto webgol" (ma grazie edi): per risolvere sto pensando di mettermelo come secondo nome :)

    visto che c'è abbondanza di antoni metto anche il cognome

    Massimo, ma quando lo metti il trackback?

  20. Sandro kensan dice:

    Questo è il bel articolo di Francesca:

    http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/03-Maggio-2005/art13.html

    "Alle 8 del mattino, il blogger milanese Gianluca Neri (un passato a Cuore, una rubrica sul Riformista, già  fondatore del sito Clarence, oggi testi per Camera Caffè e un blog tutto suo, http://www.macchianera.net) prova a passare il testo dal formato Pdf al doc. «Non speravo tanto, era vero». A quel punto comincia a telefonare a tutti i giornalisti che conosce (alle 8 e 45 anche a Guia Soncini, come la stessa ammette): ma è il primo maggio, il 2 i giornali non escono e tutti tengono, giustamente, a una vita privata. Tranne chi è messo a fare la guardia al bidone nelle agenzie e quelli che lavorano nelle redazioni on line. Oltre, ovviamente, ai freelance. Neri, previa consultazione con avvocato («Loro lavorano anche il I° maggio»), mette sul suo blog il dossier decrittato."

  21. Sandro kensan dice:

    Sempre in Tema Riccardo Orioles dice:

    Informazione. Lo scoop di Macchianera (www.macchianera.net) sul

    rapporto Calipari mi fa venire strani pensieri su quel che succederebbe

    il giorno che tutti 'sti blog del cazzo si organizzassero e dicessero

    "d'ora in poi i giornali siamo noi". Secondo me e' solo per abitudine

    che consideriamo Corriere, Repubblica ecc. come "i giornali",

    "l'informazione", ecc. Secondo me gia' ora i giornali siamo noi, e solo

    siamo troppo timidi e imbranati per capirlo.

    ***

    Orioles è un vecchio giornalista.

  22. Antonio dice:

    Kensan, mentre la blogosfera rifletteva, ponderava e rielaborava sull'evento del secolo il mondo ha continuato a girare, è uscito il dossier italianosul caso Calipari, c'è stata la sentenza di piazza Fontana, e i giornali hanno proseguito a informarci di tutto questo, coi limiti del caso.

    Viceversa se in questi giorni fosse stato composto un quotidiano con gli ultimi post dei blog più seguiti, ne sarebbe uscito un giornale con, chessò, 20 articoli su 30 legati alla scoperta degli omissis, un argomento (le modalità  dello scoop) di ristrettissimo interesse al di fuori di questo mondo.

    Questa cosa che da un momento all'altro potresti spegnere le rotative e accendere i blog senza patire contraccolpi da un punto di vista informativo è falsa. Ed è fuorviante anche come paradosso, visto che casomai è vero il contrario: alcuni dei contenuti più validi che si reperiscono sui blog sono di commento, cesellamento, critica alle notizie raccolte dai media tradizionali. I blog traggono linfa dal giornalismo e vi entrano in simbiosi, mutandone i termini, trasformandone il volto. Certo, anche anticipandolo e mettendolo in crisi.

    Persino il caso degli omissis è esemplare in questo senso. Sicuri ma proprio sicuri che l'aspetto centrale della vicenda sia il ciccabum a Corriere e Repubblica e non la sinergia, il gioco di sponda (voluto o meno) tra informazione informale e professionale?

    Mi sembra che nella costante ricerca di una legittimazione e nel parallelo insistere a sbeffeggiare i media, i blog italiani denuncino un'insicurezza di fondo nei propri mezzi; che è almeno tanto incomprensibile e ingiustificata, dal mio punto di vista, quanto la sboronaggine del faso tuto mi.

    Una più equilibrata percezione della propria collocazione, non sono in termini di autorevolezza e possibilità , ma anche di ruolo che si aspira a ricoprire sarebbe più salutare, no? Anche perchè, non lo si dimentichi, che si pubblichi in prima del Corriere o sul proprio dominio, offrire informazione dedicata e costante richiede tempo, impegno e fatica allo stesso identico modo. E non è che, giustamente, il blogger medio abbia come prospettiva di dedicarsi alle proprie pagine come un lavoro.

    ciao

  23. Sandro kensan dice:

    Concordo Antonio con te sull'utilità  pratica dei mass media ma a me interessa parecchio sapere cosa tentano di darmi da mangiare i vari giornalisti, quello che è oggettivo passa secondo me in secondo piano, prima viene l'affidarsi.

    Spesso i giornali danno notizie terribili e non capisco mai se sono vere o false, invece di una persona posso conoscerla e valutare le notizie che non conosco che escono dalla sua voce. Con i Giornali questo è più difficile ma il caso macchianera rivela molto del carattere dei giornalisti e dei limiti sulla loro onestà  intellettuale. Questo a me serve per valutare la prossima news che ascolterò.

  24. io dice:

    tutto giusto. il problema è però che una del tutto condivisibile estensione della libertà  di manifestazione del pensiero, oltre che la necessità  di una informazione non condizionata, per risultare più veramente credibile dovrebbe anche fare minor affidamento sul cosiddetto anomimato protetto, altrimenti si rischia di volersi attribuire tutti gli onori senza gli oneri della tradizionale attività  editoriale