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Oggi il Ministro Stanca risponde su Punto Informatico alle richieste di chiarimenti riguardo la posizione italiana sui brevetti software. Si tratta di una posizione per cosi’ dire moderata, che ricerca un equilibrio politico fra brevetti buoni e brevetti cattivi ipotizzando un necessario adeguamento di vecchie normative degli anni 70. In realta’ fino ad oggi la brevettabilita’ del software e’ sempre stata sostanzialmente esclusa in Europa e tutta l’urgenza di adeguare le normative e’ tale solo nella testa di quanti le voglioni invece radicalmente mutare. In altre parole quello di Stanca (e quello del governo italiano) e’ un si’ condizionato ai brevetti software. Un si’ assai blandamente condizionato.
Marzo 10th, 2005 at 03:56
tutto quello che dice mi sembra sensato. il vero problema è che il ministro non prova nemmeno a tracciare la linea di demarcazione netta fra software brevettabile e non – e credo che proprio su questa linea si giochi la partita.
il dubbio – legittimo visto il comportamento del governo su queste materie – è che ancora una volta leggeremo delle interessanti analisi e vedremo degli agghiaccianti interventi normativi – come l'ultimo fantastico patto di sanremo.
spero che per una volta mi sorprendano.
Marzo 10th, 2005 at 05:53
Io sarò esagerato, ma per me il software (nel senso di algoritmi) è equiparabile alla matematica. Se i metodi di risoluzione degli integrali fossero stati brevettati al tempo, forse adesso andremmo in giro in carrozza e andremmo a prendere l'acqua al pozzo (ripeto: io esagero sempre). Io la vedo così. Più il Sapere è di tutti e più c'è progresso, e gli algoritmi per me fanno parte del Sapere.
Marzo 10th, 2005 at 10:27
In un mondo composto da 0 e 1 e' bello vedere che qualcuno vuol porre dei brevetti su una sequenza di 2 soli numeri.