Credo di aver letto gran parte dei libri di Michael Crichton per colpa di “Congo” che era un libro certamente affascinante. Mi sono perfino sorbito le marchette jurassiche senza fiatare. Ho sopportato stoicamente le gigantesche cretinate su cosa sia Internet che Crichton ha negli anni sparso in mille interviste. Ma oggi basta. Non leggero’ State of Fear. C’e’ un limite alla destrosita’/cm2 che sono in grado di sopportare.
“Con internet tutti possono dire quello che vogliono, e questo è un grave problema.”
(via Marsilioblackblog)
Dicembre 27th, 2004 at 04:07
[…]Adesso, con internet, tutto questo non esiste più e tutti possono dire quello che vogliono, e questo è un grave problema.
Certo…solo pochi eletti dovrebbero avere diritto di dire quello che vogliono!
Ma va là !
Forse c'è filo conduttore che lega alcuni dei maggiori scrittori. Anche Umberto Eco aveva detto la sua tempo fa (http://aperto.sth.it/index.php?page=apr.puntidivista&idint=cn04101527&offset=2).
La loro preoccupazione è sulla nostra capacità di non essere in grado di discernere tra informazioni valide ed informazioni non valide.
Ma se permettete preferiamo scegliere noi.
Dicembre 27th, 2004 at 09:07
Qualcosa di molto simile lo disse a suo tempo l'esimio Umberto Eco.
Dicembre 27th, 2004 at 09:14
Maurizio,
sono d'accordo con te.
Certo, quelli che per anni hanno avuto il privilegio di essere nella casta protetta dei detentori e dispensatori dell'informazione adesso trovano duro scendere dalla torre d'avorio e scoprire che esiste gente in grado di produrre informazione al loro stesso livello (se non migliore) ed in grado anche di diffonderla a basso costo, grazie ad Internet.
Quindi e' normale che cerchino di difendere i loro anacronistici privilegi come possono, anche se i loro discorsi sono onestamente un po' patetici.
Storicamente, il passo precedente e' certamente stato questo:
"Con il suffragio universale tutti possono votare quelli che vogliono, e questo e' un grave problema…"
Ciao
Dicembre 27th, 2004 at 11:45
Premetto che il libro me lo sto leggendo (sono +o- ad un terzo) in questi giorni…..invece io trovo che non sia male….e poi l'immagine degli attori che vanno al rpanzo di beneficienza utiulizzando un jet privato (con inquinamento connesso) è bellissima…..sul versante thriller non giudico ancora…la storia sta iniziando solo ora a decollare (diciamo che l'inizio un po' lento)…..
ps: non so se i dati che riporta sul libro siano veri e da dove li ha presi (una causa mossa dall'isola-stato di Vanuto che rischia di sprofondare a causa dell'inquinamento e dall'inalzamento del livello del mare…causa mossa contro gli usa il principale inquinatore del pianeta)…ma è bello come mostra come una causa del genere in un tribunale sarebbe impossibile da portare avanti a causa della mole di dati contrastanti esistenti al mondo….
Dicembre 27th, 2004 at 12:13
Questo è ossolutamente off-topic ma è molto carino, si tratta di una patata che assomiglia, anzi ritrae, anzi è una parte del corpo umano.
Non è una fake e proviene da un blog autorevole, quello di Glazman che lavora per Linspire, la foto è sua e la verdura l'ha comprata al mercato. Secondo me da vedere e non offensivo per nessuno (adatto anche ai minorenni …:). Una patata:
http://glazman.org/weblog/dotclear/images/ZEpatate.jpg
Dicembre 27th, 2004 at 14:15
"Con il suffragio universale tutti possono votare quelli che vogliono, e questo e' un grave problema…"
in effetti un problema c'è.
Naturalmente "quelli che vogliono" è una battuta, vero?
Dicembre 28th, 2004 at 07:15
La migliore politica per bloccare ogni tipo di iniziativa rimane sempre la disinformazione: si spargono notizie false e tendenziose, ma si lascia la sensazione che ci sia un dibattito in corso e che nulla sia provato, così la gente se ne sta tranquilla a guardare….per l'EFFETTO SERRA sono anni che i "cattivi" fanno così…questo libro ne è uno splendido esempio ( di disinformazione)…anche se la "mole enorme di dati discordanti" poi non esiste affatto…l'importante è che sembra che esista.
Poi già il demenziale ed irritante "Raimbow Six" di Tom Clancy dava la colpa della fine del mondo agli ecologisti…e nello stesso libro c'è la scena dei guru ecologisti che inquinano viaggiando in aereo quà e là …tutto noioso e già visto
Dicembre 28th, 2004 at 13:13
Ho letto l'intervento di Crichton (ma non il libro) e non mi sembra abbia detto solo delle assurdità . Premesso che in alcuni casi le ha sparate davvero grosse (non cancerogenicità del DDT e fumo passivo), il discorso che fa sull'eccessiva politicizzazione della tutela ambientale è purtroppo fondato su basi solide; le sue parole "So it's time to abandon the religion of environmentalism, and return to the science of environmentalism, and base our public policy decisions firmly on that" sono la via più corretta per affrontare i problemi nella gestione delle tematiche ambientali. Difendere la natura seguendo solo cuore ed ideologia non porta vantaggi alla causa di chi si professa "ambientalista". E di certo non trasforma queste persone nei "buoni" nella lotta all'inquinamento (inteso nel senso più generale e ampio del termine). Ci sono buoni e cattivi ecologisti, come ci sono buoni e cattivi cattolici o musulmani. Rainbow Six demenziale? Solo perchè stavolta i cattivi sono dei (presunti) ecologisti? La trama può benissimo essere verosimile (se hai letto bene il libro Pablo, erano gli stessi "ecoterroristi" che affermavano che alcune eccezioni alla propria "fede" erano comunque necessarie alla realizzazione del progetto, come il viaggiare in aereo). Verosimile mi sembra anche quella di Crichton (per quello che ho potuto capire dalla sintesi della trama, poi magari spara cialtronerie a profusione). E lo stesso Crichton è libero di esprimere le sue idee. Sarei curioso però di sapere su quali dati basa le proprie affermazioni e come è arrivato a certe conclusioni. Come vorrei chiedere ai verdi ad oltranza perchè cassare senza appello gli OGM o il nucleare. Prima di parlare è meglio informarsi, fare ricerche, studiare i problemi per prendere le decisioni giuste. Internet da questo punto di vista può essere utile. Sempre che si sia disposti a cambiare idea se qualcuno ci dimostra che la nostra è sbagliata. E purtroppo per molti di coloro che si professano ambientalisti questo è impossibile. Alla natura queste persone non servono.
Dicembre 29th, 2004 at 09:22
Ok, parlare di "Science of Environmentalism" mi sembra più una trovata di marketing, per lo più buona, perchè l'occidentale tipo, quando sente la parola "scienza" ficcata di quà e di là , si rassicura subito e pensa che sia tutto a posto. E' la convinzione tutta assurda che ci sia un modo "scientificamente corretto" di abusare della Natura, perchè va parte del nostro paradigma ideologico la necessità dell'abuso, per preservare un sistema di vita altrimenti insostenibile (quantomeno nel lungo periodo)…ecco, questa è proprio l'intossicazione mentale che si dovrebbe combattere…anche il tuo discorso, Marco, per quanto equilibrato, si basa su un paradigma di fondo che non VUOI cambiare: il nostro stile di vista è giusto ed insostituibile…poi facciamo in modo che i conti possano tornare in qualche modo….sostituendo la religione della natura con quella della scienza….sempre di fiducia cieca ed ingenua si tratta..
E Raimbow Six è veramente destrorso ed irritante come non mai..
Dicembre 29th, 2004 at 11:00
Pablo: sono d'accordo con te che la parola "scienza" sia usata spesso a sproposito, con fini commerciali o per dare una pervenza di attendibilità alle proprie affermazioni. Non so se Crichton la utilizzi per uno di questi motivi. Per quanto mi riguarda ho inteso le sue affermazioni come la necessità di ricercare una base scientifica in ciò che accade, per prendere le decisioni politiche corrette. Non c'è un modo ottimale per difendere la natura, sempre che non decidiamo di eradicare la nostra specie dalla faccia della terra o andare a vivere come i cavernicoli. Possiamo però adeguare le nostre azioni in modo che l'impatto che hanno sull'ambiente sia il meno impattante possibile. Esempio: l'automobile inquina, ma è indispensabile. Perchè invece del SUV che fa figo ma emette non ne scelgo una più piccola? Per quanto riguarda la tua affermazione "sostituendo la religione della natura con quella della scienza….sempre di fiducia cieca ed ingenua si tratta.. ", c'è una differenza sostanziale: lo scienziato studia la situazione e prova a descriverla mediante modelli, in base ai dati che ha ricavato sperimentalmente. Le informazioni che si ottengono sono "realistiche" e "oggettive" tanto quanto i dati di base e la mia competenza in materia me lo permettono. Se io procedo solo con le idee, seguendo ciò che mi sembra meglio per la natura, baso le mie decisioni su opinioni e informazioni soggettive (spesso di qualcun'altro). In questo caso sì che la mia fiducia è ingenua e cieca. Io l'ho intesa così, forse perchè cerco di non vedere politica e strumentalizzazioni in ciò che leggo. Sarà per questo che Rainbow Six mi è piaciuto? ;-D
Dicembre 29th, 2004 at 11:54
Certo, quello che affermi è largamente condivisibile, anche auspicabile, ma, dal mio punto di vista, non sufficiente: "l'automobile inquina, ma è indispensabile" approccio scientifico vorrebbe si mettesse in discussione ANCHE questo, che tu mi dai come assioma. Ed è la scienza, attraverso i dati sulle emissioni inquinanti e di CO2, sulle previsioni dei consumi energetici, che ce lo consiglia….ma spesso tali dati vengono ignorati con un metodo non rpoprio scientifico.. quello che mi nausea è il trionfo dello SCIENTISMO, che è ben diverso dal metodo scientifico, ma si nasconde dietro esso. Il libro di Clancy ne è strapieno….la sua passione infantile e briosa nel descrivere la pallottola che seguiva il battito cardiaco mi è sembrata ributtante..comunque, son gusti eh!!
Gennaio 2nd, 2005 at 11:42
anche senza internet è un problema.
Giugno 13th, 2005 at 05:02
Se qualcuno che afferma una cosa diversa dal refrain principale su un argomento viene puntualmente etichettato come destrorso… bè… stiamo messi male. il libro è bello e decisamente 'coraggioso', proprio perché suscita domande su argomenti tabù e si espone al ludibrio, come il tuo, che parte da postulati indimostrabili e li rende ideologici.