Scott Rosenberg e’ stato per anni il mio giornalista tecnologico preferito. Non leggevo il suo blog da un po’: oggi seguendo una segnalazione di Cesare ho trovato questo suo pezzo su Google che riunisce curiosamente alcune delle discussioni avvenute da queste parti negli ultimi giorni:

For the moment, that seems fine: Google’s approach to advertising is the least intrusive and most user-respectful you can find online today; if anyone can make advertising attractive and desirable, Google can.

But Google is a public company. The people leading it today will not be leading it forever. It’s not inconceivable that in some future downturn Google will find itself under pressure to “monetize” its trove of books more ruthlessly.

Today’s Google represents an extremely benign face of capitalism, and it may be that the only way to get a project of this magnitude done efficiently is in the private sector. But capitalism has its own dynamic, and ad-supported businesses tend to move in one direction — towards more and more aggressive advertising.

6 commenti a “APPROCCI PUBBLICITARI”

  1. Massimo Moruzzi dice:

    ma sì… prima o poi qualche testa di birillo di un analista di wall street inizierà  a dire che stanno perdendo l'opportunità  di 'monetizzare' il loro traffico mettendo banner o stronzate simili… ma fino a che rimangono o i due fondatori (che pare non abbiano nessuna intenzione di smettere) o cmq delle persone intelligenti Google non si piegherà , ne sono sicuro :-)

  2. Fabio Metitieri dice:

    E comunque, perche' rompersi la testa prima di essersela fasciata?

    Ciao, Fabio.

  3. Sandro kensan dice:

    Il problema è che sappiamo tutti come funziona il nostro capitalismo e Google si addentra sempre più nei menadri del nostro sistema. La quotazione in borsa rende Google come le altre aziende e se non si comporta allo stesso modo è solo perché momentaneamente ci sono delle teste originali al suo interno.

    Non è una situazione di equilibrio, l'equilibrio è Microsoft, Apple, Telecom Italia, Vodafone ecc, ecc.

    Forse i due soci di Google sarebbero disposti a fare a meno di comprarsi una Sport Utility Vagon il prossimo anno o a rinunciare a un panfilo se gli affari non vanno a gonfie vele e pur di mantenere alta la reputazione di Google ma gli azionisti hanno necessità  di una macchina più grossa per il 2005.

    Non so che potere hanno gli azionisti di Google ma la direzione che stanno prendendo le cose mi sembra la solita, quindi è meglio iniziare a fasciarsi la testa imho.

  4. Fabio Metitieri dice:

    Kensan:

    "Il problema è che sappiamo tutti come funziona il nostro capitalismo e Google si addentra sempre più nei menadri del nostro sistema. La quotazione in borsa rende Google come le altre aziende"

    Ok, ma come si chiama il tuo pianeta con i menadri?

    Da queste parti, Google e' frutto a pieno titolo dell'ecomomia statunitense. Sempre stato. E credo che il sistema Usa sia capitalista. E Ok, Google adesso che e' in borsa e' un pochino piu' sotto pressione, ma anche prima non pensava di certo di essere Babbo Natale.

    Ma perche', anche la filosofia open source, quella che progredisce e avanza – lentamente – nell'economia mondiale, da chi e' spinta? Ibm? Novell? Sun? E sono (gia') aziende maoiste? Azzz… ma ditelo, che io non lo sapevo… Certo che una rivoluzione comunista finanziata dagli 80 miliardi di dollari all'anno che si fa Ibm non sarebbe male.

    Ciao, Fabio.

  5. Fabio Metitieri dice:

    E, having said that, ripeto: perche' rompersi la testa prima di essersela fasciata? Google finora ha trovato una via al capitalismo che e' piu' che accettabile per noi utenti. Forse riuscira' a proseguire su questa strada.

    Ciao, Fabio.

  6. Sandro kensan dice:

    Bene, se Google è come le altre aziende allora non c'è motivo di considerarla speciale e ci si attende solo normalità .

    In particolare se Google ha il monopolio della ricerca ci si attende che usi questo suo potere a fini monopolistici un po' come fanno tutte le aziende nei menadri del nostro sistema (il mio pianeta se preferisci), un po' come fa telecom, fa microsoft, fanno le aziende di telefonia che ci vendono sms a 15 eurocent quando gli costa 1 eurocent.

    Se non è ancora così è perché la situazione non si è ancora ben assestata e perché sono momentaneamente "Babbo Natale" ma la pacchia finirà  a breve. Tutto qui quello che volevo dire, non scomodiamo il comunismo e neppure il vecchietto sulle renne.