“Al fine di evitare inutili attese o “tempi morti”, su richiesta di alcune insegnanti e sentito il parere positivo del Consiglio di Istituto, si ritiene opportuno che i genitori interessati ad incontrare i docenti, nel corrente anno scolastico, per le udienze settimanali, preavvisino con almeno una settimana di anticipo, i docenti stessi delle loro necessita’.”

In pratica gli insegnanti del Liceo di mia figlia, che dedicano dai 50 ai 55 minuti settimanali del loro tempo lavorativo al colloquio con i genitori di “tutti” i loro studenti per un periodo limitato a non piu’ di 5 mesi (inizio a novembre, sosta natalizia di un mese, sosta per gli scrutini, scadenza improrogabile 15 maggio) mi scrivono per dirmi che se voglio disporre di una manciata dei loro 55 minuti settimanali devo prenotarmi una settimana prima. Questo per evitare i tempi morti. Poi dice i luoghi comuni sugli insegnanti….

17 commenti a “MIE NECESSITA’ e TEMPI MORTI”

  1. gluca dice:

    lasciamo stare…

    per riuscire ad ottenere che i bimbi della materna che non sentono piu' la necessità  di dormire al pomeriggio possano fare attività  alternative -e quindi sottrarre due preziose ore di pennichella istituzionale all'insegnante- abbiamo dovuto fare una petizione…

    Parafrasando Moretti, "ve la meritate, la Moratti…"

  2. lia dice:

    Spiego.

    Succede che l'ora settimanale di ricevimento sia o un'ora passata a guardare il soffitto senza poter mollare la postazione perchè non ci sono genitori ma "potrebbero" arrivare, o un'ora in cui ne hai 30 fuori dalla porta che si spintonano.

    Perchè i genitori, ahimè, spesso si ricordano dei prof dei loro pargoli solo a scadenza-valutazioni, ed è allora che si presentano a frotte.

    Se chiedono appuntamento, invece, è possibile fare un sacco di cose. Per esempio:

    1. Cercare di non farne venire più di, metti, 4 alla settimana, in modo da poter dedicare a ciascuno un tempo ragionevole.

    2. Indurre i genitori ad un rapporto con la scuola più programmato e meno estemporaneo, che male non fa.

    3. Evitarvi attese di cui, magari, il povero prof non è nemmeno consapevole. Non si può interrompere un colloquio ogni minuto per vedere se in sala d'attesa è arrivato qualcuno, e ci sono genitori che richiedono – e a volte con ottimi motivi – incontri che possono prendere anche tutta l'ora.

    4 ma fondamentale. Prepararsi all'incontro: se so che arriva il padre di Pincopallo, magari vado anche a recuperare i vecchi compiti del pargolo, oppure controllo per tempo se ha abbastanza valutazioni da potere analizzare con la sua famiglia.

    Se sbucate senza preavviso dall'uovo di Pasqua, tutto ciò non è possibile oppure fa perdere un mucchio di tempo a tutti.

    Io credo che dovere spiegare una cosa tanto semplice come un normalissimo sistema di appuntamenti sia uno dei mille sintomi del rapporto insano che c'è con la scuola in Italia. Persino per andare dalla manicure, si prende appuntamento. Con i prof, invece, resiste l'idea che siano una manica di aspiranti sfaccendati sempre pronti a trovare il sistema per sfuggire al loro presunto dovere di incondizionato, materno accoglimento di qualunque esigenza e in qualunque momento.

    Sempre a metà  tra gli sguatteri e la Fata Turchina, insomma.

  3. Fabio Garzena dice:

    … che vadano a lavorare.

    Sul serio però!

  4. Albamarina dice:

    Dispiace sempre vedere che il qualunquismo impera, ben nutrito dai luoghi comuni e privi della voglia di capire le motivazioni autentiche. Grazie Lia, da insegnante a insegnante. Gli altri, purtroppo, continueranno a pensarla così, anche se queste considerazione fatte da persone di cui hai stima sono ancor più tristi e povere.

  5. massimo mantellini dice:

    bah, la mia esperienza di genitore e' stata fino ad oggi quella di udienze generali con lunghissime attese. Non so voi. Ora ne io ne mia moglie abbiamo pomeriggi interi da impiegare facendo a gomitate in mezzo a maree di altri genitori. Essere liberi nei 50 minuti settimanali dei singoli insegnanti per poter andare ai colloqui individuai e' lo stesso difficile ma assai piu' praticabile. Ma per sentire 5 professori devo andare a scuola 5 volte in 5 giorni differenti. E sia. Poi mi dicono che devo prenotarmi per la mia "necessita" di interpellare gli insegnati (come se si trattasse di un mio sfizio e non di una parte normale dell'attivita' didattica) e per lunghisismi periodi dell'anno le udienze individuali non sono comuqnue accessibili. Perche' l'anno scolastico e' appena iniziato, perche' sta per finire perche' si sta chiusi un mese a natale e poi ci sono gli scrutini ecc.

    Insomma io mi prenoterei assai piu' volentieri se nel cartello del negozio non ci fosse troppo spesso scritto "torno subito" e se i tempi morti considerati fossero qualche volta anche i miei.

  6. olden dice:

    …preavvisino con almeno una settimana di anticipo, i docenti stessi delle loro necessita'

    Insomma, bisogna preavvisare i docenti delle loro necessità . Mi pare giusto, magari hanno delle necessità  e non se ne ricordano.

    :-))

  7. lia dice:

    Inutile ribadire a cosa servano gli appuntamenti.

    Forse, però, è utile spiegare che:

    – all'inizio dell'anno non si hanno voti, quindi c'è poco di concreto da dirsi.

    – nei periodi di valutazione non è opportuno vedersi. Dispiace, ma i colloqui devono servire ad intervenire lungo il percorso e in base a dei dati precisi, non devono servire a creare situazioni spiacevoli – se non torbide – un attimo prima di mettere i voti in pagella.

    Voglio dire: le regole relative ai colloqui hanno un senso, ed è sconfortante vederle ridurre alla solita diffidenza di cui ho parlato prima.

    Volete diffidare di una categoria professionale? Fatelo, ma almeno alzate la posta della diffidenza. Questo continuo sospettare che si vogliano rosicchiare mezz'orette allo Stato per bere il caffè è avvilente, per gente che, tutto sommato, forma i vostri figli.

    Infine: ogni docente ha più classi e un numero di studenti che può tranquillamente superare il centinaio.

    E' estremamente difficile che possa adattarsi alle esigenze di ogni genitore.

    Ciò non toglie che tutti (con pochissime eccezioni a me ignote) tendono ad andare incontro ad esigenze personali, se ce ne è motivo e se la situazione lo richiede.

    Tutti noi abbiamo problemi ad andare a parlare con i prof dei nostri figli. Persino i prof, sappilo: io ho passato cinque anni a fare i salti mortali per riuscirci, mentre ricevevo con teutonico rigore i genitori altrui.

    Abbiamo problemi anche a portarli dal medico dell'ASL, a parlare con l'allenatore di calcetto e a fare molte altre cose.

    I figli e il lavoro non si conciliano bene.

    La colpa può essere dei prof come può essere della pioggia o del governo ladro, temo.

  8. Paolo Graziani dice:

    Non vedo quale sia il problema della prenotazione. Anzi, io prevederei anche la distribuzione di numeri all'ingresso, e magari anche una postazione per esprimere un voto sulla "condotta" del docente durante l'appuntamento.

    Magari, il tutto web-based.

  9. Larry dice:

    Quoto Lia al 100%. Per un periodo ho fatto delle supplenze in un ITIS, e anche dal mio punto di vista di ingegnere infiltrato fra le linee nemiche ;) la situazione e` proprio quella descritta. Credo che per le cose importanti sia giusto pianificare anziche` andare allo sbaraglio; fra l'altro chi viene agli incontri settimanali (a differenza dei ricevimenti generali di fine quadrimestre) di solito lo fa per motivi concreti, quindi e` bene dedicargli tutto il tempo e l'attenzione che merita.

  10. MarcoP dice:

    Concordo pienamente con quanto scritto da Lia.

    Da insegnante mi chiedo come mai tanto sospetto ed insofferenza per una cosa, l'appuntamento, che da altre categorie si accetta senza nessuna discussione come fatto assolutamente normale.

    8-(

    Sul web-based proposto da Paolo invece… ne possiamo discutere.

    ;-)

  11. zuck dice:

    Se vogliamo categorizzare, dottori, allora la categoria piu terribile e' quella dei genitori al colloquio con l'insegnante.

  12. Giuseppe Mazza dice:

    Concordo con Lia. Ritornando con la mente indietro di una decina d'anni, ricordo poi anche i famosi incontri pomeridiani scuola – famiglia – ospedale – cimitero in cui frotte di genitori cercavano di "vendere" i propri figli a docenti che avevano file luuuunghe, ma luuuunghe. Poi si andavano a consolare con i docenti di educazione fisica.

  13. Massimo Morelli dice:

    Adesso non ho tempo per approfondire, ma voglio dire (da genitore) che molte delle incomprensioni fra insegnanti e genitori sono dovuti al terrificante stile burocratico delle comunicazioni dalla scuola.

  14. Pier Luigi Tolardo dice:

    All'Istituto Tecnico Industriale Fauser di Novara http://www.fauser.edu, da anni all'avanguardia e progetto pilota nella telematica scolastica oltre ad un libretto elettronico per assenze e giustificazioni esiste un registro di classe on line e una e-mail per ogni studente dove anche la famiglia può ricevere ed inviare le comunicazioni.

    Certo la cosa migliore sarebbe poter chattare con il docente del figlio magari in webcam(anche lì sarebbero necessari appuntamenti ma è possibile chattare privatamente con più persone.

    La cosa migliore sarebbe un Blog privato dell'alunno con commenti incrociati di docenti e genitori.

  15. Paolo Graziani dice:

    Io veramente stavo ironizzando. Però effettivamente le cose suggerite da Tolardo hanno un senso – purtroppo più che altro nell'ottica di una società  del controllo totale.

    Io invece abolirei semplicemente gli incontri con i genitori, perlomeno a partire dalle superiori.

    E invece, imporrei agli insegnanti e ai genitori, se proprio ci tengono a comunicare, di utilizzare strumenti semplici e oltremodo collaudati: la lettera, il telefono, l'email. Secondo me funzionano.

  16. Luca Pattaro dice:

    Comprendo le ragioni di Lia, che in buona parte condivido, soprattutto perchè la generalizzazione porta sempre ad analisi superficiali, sbrigative e quindi quasi sempre inesatte.

    Ma se analizziamo la questione da un punto di vista più ampio (e tralasciamo quindi per ora il problema specifico sulle modalità  organizzative di questi incontri tra genitori ed insegnati), ci si deve concentrare sulle "motivazioni" che possono, o devono, far nascere l'esigenza che vi sia un colloquio tra genitore e docente.

    Se il figlio ha delle problematiche che si evidenziano in ambito scolastico, dovrebbe essere il docente che cerca un dialogo con il genitore.

    Se il figlio ha delle problematiche che si evidenziano in ambito familiare, dovrebbe essere il genitore che informa il docente della situazione.

    Questo, naturalmente, dal punto di vista ideale, perchè i buoni e i cattivi insegnanti esisteranno sempre, come i buoni e i cattivi genitori.

    Tornando alla questione specifica dell'appuntamento con una settimana d'anticipo, per avere una parte dei 50 minuti a disposizione, mi sembra un buon metodo per ottimizzare la fruizione del servizio: nessun genitore perderà  tempo perchè ha beccato il giorno già  troppo pieno di appuntamenti, e l'insegnante potrà  utilizzare il tempo morto portandosi avanti con la correzione dei compiti ecc.

    Avete presente lo stereotipo della bella signora casalinga benestante che non aspetta altro che andare dalla parrucchiera, al supermercato ecc. per dire "…ah sì, ho parlato con i professori e mio figlio è proprio bravo, è un ragazzo proprio sveglio…"

    I colloqui che generano questo tipo di chiacchiere, sono solo una perdita di tempo e non servono a nulla.

    Nonostante la comparazione sia un po' troppo forzata, mi viene comunque in mente l'accesso al pronto soccorso negli ospedali: la maggior parte di quelli che vi si recano, e che sbraitano lamentandosi della lunga attesa, quasi sempre sono le stesse persone che soffrono di una casistica di patologie per nulla gravi, e che molto spesso potevano essere sottoposte al proprio medico curante in tutta tranquillità  in un altro momento.

  17. carla dice:

    Condivido l'idea di Pier Luigi Tolardo sul blog privato come strumento di comunicazione tra le famiglie e i docenti.

    Ma mi permetto di aggiungere che la comunicazione tra l'istituzione scolastica e la famiglia può anche essere in stile burocratico, ma non il rapporto docente-famiglia, che invece è alla base del processo educativo.

    Una parola a Fabio: perché se hai una così grande disistima degli insegnanti ci affidi i tuoi figli?