Le direttive del CIO che impongono agli atleti olimpici di non commentare via Internet gli eventi che li riguardano non sono solo francamente ridicole ma sono anche una reale limitazione della liberta’ di espressione.

La motivazione per tali restrizioni è che atleti e staff sportivo non sono professionisti della comunicazione e che gli interessi di chi ha acquisito i diritti televisivi e gli accrediti per l’informazione vengono prima di ogni altra cosa.

(repubblica.it)

2 commenti a “PROFESSIONISTI della COMUNICAZIONE”

  1. Piero dice:

    Inoltre Internet non paga i diritti e fa solo concorrenza. Quindi, secondo la più stupida e lucrativa mentalità  commerciale, deve sloggiare. Ecco allora che si impone agli atleti di non rilasciare commenti su Internet. "Restrizioni miopi, scelta insondabile per quanto mi riguarda": questo il commento di Robert Bliwise, editore di Duke Magazine. Anche per me sono restrizioni miopi e aggiungo controproducenti.

    La mia reazione a questa restrizione è che spengo la TV a oltranza e ai giochi olimpici faccio _|_

  2. Pier Luigi Tolardo dice:

    Grazie Massimo, è una notizia che mi era sfuggita. Penso che per quanto riguardi gli atleti italiani un obbligo del genere non solo non sia previsto dai nostri regolamenti sportivi, da quelli delle Federazioni e del Coni ma sarebbe addirittura incostituzionale. Vorrei vedere se un nostro atleta punito per aver contravvenuto al divieto potrebbe essere punito dalla nostra giustizia sportiva. Un Blogger come Bettarini?