Secondo Enzo Mazza – che, me ne accorgo solo ora, gestisce con coraggio su popolodellarete uno spazio di confronto con gli internauti su un forum della FIMI – la conciliazione fra discografici e utenti del P2P potrebbe prendere spunto da alcune sperimentazioni francesi:
Il 15 luglio scorso, i ministri dell’Economia, dell’Industria e della Cultura insieme a rappresentanti dell’impresa musicale, del cinema, di internet, ad associazioni di artisti e di consumatori si erano riuniti per discutere e approvare la cosiddetta “Carta degli impegni”, in base alla quale, tra l’altro, chi scarica musica e film illegalmente dalla Rete potrebbe prima vedersi recapitare una e-mail d’avvertimento, poi essere sottoposto alla risoluzione del contratto di accesso al web e, infine, in caso di recidiva, incorrere in un processo penale.
Molto interessanti (e straordinariamente fantasiose) anche le argomentazioni che secondo Mazza giustificano i continui incrementi della copertura per i diritti d’autore. In particolare quella secondo la quale essendo la vita media negli ultimi anni aumentata di molto se si vuole coprire con i diritti sull’opera almeno due generazioni di eredi dell’autore e’ necessario estendere i limiti del copyright. Mi piacerebbe sapere che ne pensa Mazza della nota storiella di “Buon Compleanno a te”.
(5) considerando che il periodo di tutela minimo di cinquant’anni dopo la morte dell’autore contemplato dalla convenzione di Berna era destinato a proteggere l’autore e le due prime generazioni dei suoi discendenti; che, in seguito all’allungamento della vita media nella Comunità questa durata non è più sufficiente per coprire due generazioni
Agosto 1st, 2004 at 08:37
Mi sfugge la logica secondo la quale due generazioni di eredi dovrebbero godere dei diritti d'autore….
Andrea
Agosto 1st, 2004 at 09:28
Non è portato a 70 anni, ora, il periodo minimo di tutela diritti?
Agosto 1st, 2004 at 11:15
si cmq son 70
Agosto 1st, 2004 at 11:24
Questi signori vorrebbero farci assumere come dato di fatto che i privilegi connessi allo sfruttamento dell'opera d'ingegno siano cosa dovuta, derivante dal diritto naturale.
Proprio questo assunto non può essere dato per scontato, ma è materia assai discutibile così come è assai discutibile l'equazione tra condivisione dell'opera e furto.
A mio modo di vedere il punto di equilibrio va sempre ricercato dal legislatore con l'intento di massimizzare l'interesse globale, della collettività (e sia chiaro che il concetto va ben oltre lo scaricare "aggratis" dal P2P!), e non quello sterile di pochi privilegiati singoli. Logicamente questo punto di equilibrio deriva da un processo dialettico, e può variare in seguito alle mutate condizioni tecnologiche, politiche e socio-economiche.
I signori della FIMI, forti del loro potere lobbystico, credono ancora di poter fare la voce grossa nella dialettica tra le parti in causa, ma difendono un modello di business sviluppato in un contesto profondamente differente dall'attuale e ormai datato, ormai palesemente inadeguato a reggere l'impatto col digitale e chiaramente insostenibile a forza di repressione, se non sul brevissimo periodo.
Se non lo capiscono da soli (finché sono in tempo) saranno travolti dagli eventi, ma potrebbe essere un bagno di sangue per tutti: major e utenti ma anche sistema economico: inutile far finta che la protezione dei privilegi che vanno sotto il nome di proprietà intellettuale sia soltanto materia di canzonette.
Agosto 1st, 2004 at 11:59
Leggo sul forum in questione il seguente commento di Mazza a
chi esprime dubbi etici e tecnici sulle soluzioni francesi:
"allora amen, si continuerà come ora, denunce e sequestri"
Quanta arroganza, quanta miopia…
Usare la legge (e pavoneggiarsene) per punire chi scarica ad
uso personale (in modo non dissimile da chi registra un film
dalla TV) significa criminalizzare persone che criminali non
sono e mai lo diverrebbero ma che entrate in determinate
situazioni potrebbero passare a livelli "superiori". Chi ci
dice che l'ipotetico ragazzino denunciato per aver scaricato
dalla sua camera canzoni che altrimenti non avrebbe mai
potuto comprare una volta passato per un processo e magari
un carcere non inizi a commettere altri atti criminosi ben
piu' "concreti" e dannosi per la societa' civile di quanto
non sia copiare una canzone di un artista che ha un reddito
superiore alla maggior parte della popolazione?
La speranza per un vero cambiamento (non limitatamenrte a
Internet) e' che si crei un insanabile divisione fra artisti
e FIMI: ai primi (che si tratti di una boy band o di
un cantautore che invoca la giustizia proletaria)
interessa molto l'immagine che danno ai fan in delirio negli
stadi, ai secondi interessano prevalentemente i soldi.
Se crescera' un movimento d'opinione corretto ma critico
verso le azioni ed i toni di FIMI, RIAA, ecc, i cantanti
dovranno scegliere da che parte stare. E forse sara' allora
che il potere dei manager si ridurra' e noi pagheremo chi
compone musica, non chi la vende e vorrebbe continuare a
mangiare da una torta che pesa sulle spalle di chi ama la
musica.
Certo non e' processo breve e non puo' partire
esclusivamente sulle basi di chi reclama solo il diritto a
scaricare gratis, pero' dovra' avvenire, perche' altrimenti
prima o poi si arrivera' a degli eccessi insanabili e a
rovinare qualche vita.
Agosto 1st, 2004 at 13:44
Gabriele, per capire quanto siano ottusi i vertici della produzione cinematografica e musicale basti pensare che, con la materializzazione dello scenario repressivo paventato (sancito dalla Legge Urbani, che NON sarà modificata), la distribuzione di strada di CD e DVD taroccati sta diventando l'opzione più sicura ed economica. La cosa assurda è che si tratta di un traffico che in gran parte alimenta organizzazioni malavitose, se non criminali.
Altra contraddizione: ci vorrebbero far credere che le modifiche alla Legge Urbani non s'hanno da fare perchè le cure e gli affanni del Governo del Paese oggi, come sappiamo, sono ben altri: non è saggio perdere tempo in quisquilie e pinzellacchere. La massaia di Voghera ben comprende il senso di responsabilità e lo spirito di servizio che permea i nostri rappresentanti a Palazzo Madama e Montecitorio.
Mi possono però spiegare lorsignori il motivo per cui il 18 maggio scorso si è approvata (o si è lasciata approvare) una legge in materia di quisquilie con procedura d'urgenza e legiferando "come sappiamo non si dovrebbe" (sic), nonostante sussistessero ancora "pagliuzze" (sic) pesanti una tonnellata?
Ma va bene così, che continuino pure le danze sul ponte del Titanic.
Agosto 1st, 2004 at 13:48
Oooops!… chiedo scusa per link "malformato" nel commento #6. Nella fretta di scrivere ho dimenticato uno slash nel tag di chiusura che segue la parola "approvare".
Agosto 2nd, 2004 at 09:46
Peggio che mai, oltre alla criminalita' organizzata
che cosi' fara' tanti bei soldini, certe scelte
favoriranno anche crimini piu' turpi: i programmatori stanno
creando protocollli p2p criptati e nei quali sara' sempre
piu' difficile rintracciare gli utenti. Chi scarica
canzonette o film probabilmente ringrazia MA ringraziano
anche terroristi e pedofili vari.
In sostanza per proteggere un business che non ha mai corso
il rischio di cadere causa "copia privata" o "scambio fra
privati cittadini" si sta 1) criminalizzando i cittadini 2)
favorendo la nascita e l'adozione di software che consentono
anche ai CRIMINALI VERI di effettuare in modp [iu' sicuro
traffici illegali che tutti vorremmo fermare.
E c'e' poco da pensare di rendere illegale il p2p:
dovrebbero rendere illegale Internet o trasfoemarla
radicalmente in una vetrina in cui gli utenti sarebbero
esclusivamente fruitori controllati per frenare le cose.
Quanto alla Urbani, io resto dell'idea che nessuno voglia
cambiarla. Nemmeno i Verdi che hanno lasciato Cortiana ad
agitarsi da solo, salvo guadagnare qualche voto in piu' alle
ultime elezioni grazie a lui. Nella loro ultima convenction
hanno affrontato persino temi di grande importanza sociale,
come l'ipotesi di mettere la bandiera della pace nel simbolo
dell'Ulivo, ma nulla sulla Urbani. E se non interessa a
loro…