Credo anch’io come Pierluigi che il nuovo elenco telefonico sara’ un flop gigantesco e la questione della raccolta dei numeri di telefono e degli indirizzi email pochissimo mi interessa. Sara’ che non ho nulla da vendere a nessuno. Mi interessa di piu’ la creazione di una lista di quanto non vorranno ricevere consigli postali o telefonici per gli acquisti.
Squonk sostiene – da addetto ai lavori – l’efficacia di un meccanismo di opt-out nel quale, volta per volta, il destinatario della informazione scelga se continuare o meno ad essere informato su un certo prodotto. G.G. invece ci dice:
Ci sono i maghi del marketing, ci sono i cialtroni spammer ma c’è anche tanta gente che ha cose da dirci o che potrebbe contattarci, portando idee, input e relazioni nella nostra vita. Io sono convinto che la soluzione del problema verrà dalla tecnologia (che è delegata a fare il lavoro di filtro) e non dalle “regole”, che si aggirano e che sono complicatissime da far rispettare.
Io credo che g.g. sbagli. Mi pare che quella quotata qui sopra sia una dichiarazione di fiducia nella tecnologia malriposta. Mi sbagliero’ ma la tecnologia in genere aiuta a risolvere problemi tecnologici. Incide poco sulle faccende ideali. E se lo fa, temo lo faccia spostando l’equilibrio a favore degli idioti. Siano essi sparuta minoranza o folla straripante. Mi pare che l’esempio dello spamming (“compagni che sbagliano” direbbe Squonk) sia esplicativa di quanto poco la tecnologia incida sulla testa delle persone. Oggi Michele Serra scrive su Repubblica:
“Evitare il profluvio insopportabile di pubblicita’ per esempio non e’ affatto semplice ne’ su Internet ne’ sul display del telefonino, se non per una invidiabile elite’ di sapienti tecnologici”
Magari fosse cosi’ vero. In realta’ lo spam colpisce tutti. L’imposizione di un opt-in pubblicitario sarebbe una soluzione straordinaria (e parecchio radicale) anche in virtu’ della incertezza di simili affermazioni e della necessita’ di contrastare una invasione violentissima che e’ sotto i nostri occhi. Il numero di scocciatori che assalgono il mio numero di telefono casalingo e’ – per dirne una – aumentato negli ultimi anni in maniera formidabile. Quanto sia lo spam nei messaggi di posta elettronica e altrove in rete (basti pensare ai recenti sviluppi dello spam sui commenti di MT) lo sappiamo tutti. Tecnologia significa oggi per noi moltiplicare le occasioni di informazione. Ma in ogni senso. Lo stesso che sta accadendo da 20 anni a questa parte nel mondo del marketing deve essere l’obiettivo, soltanto con una clamorosa inversione di segno. Non piu’ Canale5 che urla le sue pubblicita’ ad un volume doppio rispetto a quello del film (violando allegramente norme di civilta’ che nessuno fa rispettare), ma io cliente che con un filo di voce cerco in prima persona e con i tempi e le modalita’ che ritengo, cio’ di cui ha bisogno. Certo fa paura, certo si tratta di qualcosa di nuovissimo e le aziende temono di dover cosi’ galleggiare dentro un pericoloso silenzio. Ma esistono gia’ sufficenti canali per far conoscere i propri prodotti, non c’e’ piu’ bisogno di spalmare di volantini le buche delle lettere come ai tempi di Telecapodistria. Aggiungete che molto nuovo e’ anche il mondo di possibilita’ che Internet ha aperto per chi vuole fare affari. C’e’ insomma tutto un rapporto nuovo da costruire. L’occasione di trasformare le urla del mercato in utili scambi di punti di vista. Chi ci riuscira’ verra’ premiato. Gli altri, si spera, rodotati.
Luglio 22nd, 2004 at 18:38
Bah… sbaglia Michele Serra, sbaglia anche Mantellini. I filitri bayesiani funzionano eccome e non occorre far parte di alcuna "elite di sapienti tecnologici" per installare Mozilla Thunderbird e istruirlo a capire cosa per noi è spam e cosa no (lui impara in fretta e i falsi positivi/negativi dopo un po' diventano assai rari) e spostare automaticamente ogni messaggio classificato come indesiderato nel folder "Junk", dove soggiornerà per un numero di giorni a discrezione dell'utente prima di essere altrettanto automaticamente cestinato.
Oppure l'alternativa è fossilizzarsi su Outlook e continuare a lamentarsi.
Luglio 22nd, 2004 at 20:08
In effetti… anche la coppia Eudora – Spamnix non va malaccio, ma gli addestramenti bayesiani, oddio, non e' che siano cosi' infallaci…
E certo che:
"e le aziende temono di dover cosi' galleggiare dentro un pericoloso silenzio"
e' poetico. Pare Montale, l'azienda che galleggia nel silenzio. Me lo copio, e lo riciclo in uno dei miei prossimi articoli…
Ciao, Fabio.
Luglio 23rd, 2004 at 04:39
Massimo, il punto che ti sfugge è che una regola, per avere senso e valore, deve essere applicabile, anche nella sua sanzione.
Tra l'applicazione corretta dell'opt-out system e l'applicazione corretta dell'opt-in system l'unica differenza consiste nel consentire o meno alle aziende di fare una prima comunicazione informativa, che ti (ci) mette a conoscenza della loro esistenza, della loro proposta.
L'intero approccio della legge italiana è stupido per questo motivo: a seguirlo, ci si impedisce a priori di conoscere e valutare. Non tutti hanno le capacità ed il tempo di mettersi a cercare ciò che gli interessa, navigando la rete piuttosto che le Pagine Gialle.
E poi: sinceramente, il fatto che una persona intellegente continui a prendere lo spam come esempio della bontà dell'approccio opt-in è sconfortante. Prima di tutto, perchè gli spammer delle leggi se ne fottono allegramente: per loro, opt-in e opt-out pari sono; cioè, non esistono. In secondo luogo, lo spam è un fenomeno che riguarda l'ambito della comunicazione elettronica, non quello della comunicazione cartacea, alla quale, però, si vuole comunque applicare lo stesso tipo di normativa. Le nostre cassette della posta non sono certamente intasate, Massimo: il numero di comunicazioni commerciali pro capite che un italiano medio riceve via posta è quattro volte inferiore a quello della Germania e sei volte inferiore a quello di Olanda e USA.
Vuoi qualche altro esempio? All'estero esistono interessanti forme di collaborazione tra istituzioni ed aziende per combattere lo spam: la Direct Marketing Association americana finanzia l'operato dell'FBI per rintracciare i big spammer, proprio perchè è chiaro a tutti che non si può mettere sullo stesso piano un'azienda onesta ed un delinquente. Oppure: in Gran Bretagna esiste un efficientissimo servizio, gestito da tutte le aziende che operano nel settore del marketing diretto, che consiste nella creazione di una lista nazionale delle richieste di cancellazione, utilizzabile da tutte queste aziende per evitare di inviare posta (e fax, e telefonate, e e-mail) a chi ha espressamente dichiarato di non volerle ricevere. Meno messaggi, maggiori ritorni, minori rotture di scatole. Basta il buon senso, ed un po' di conoscenza. Ma noi, figurati: siamo italiani.
PS – Mettere sullo stesso piano gli spot televisivi e il direct mailing, perdonami, è segno di non conoscenza della materia. E non parlo di teoria della pubblicità , credimi.
Luglio 23rd, 2004 at 05:08
Vedi, Mante, la tecnologia qui è solo parte di un approccio culturale. Internet non si governa con le "regole" (che sono inapplicabili ad un mondo trasversale e privo di centri) ma con le prassi. Le prassi sono di solito il risultato di un approccio culturale. Io magari mi sbaglierò, pero' continuo ad usare lo stesso indirizzo email che ho dal '95 (e che ogni nuovo spoammer ha in dotazione nel "welcome pack" che gli danno ad inizio attività ).
Personalmente, e ripeto "personalmente", continuo a credere che l'email debba essere pubblica e che lo sviluppo della tecnologia debba risolvermi il problema del filtro dei contenuti (manca pochissimo, vedrai). Sono in Rete e ci sono completamente. Chi mi cerca DEVE potermi trovare, altrimenti non partecipo al meccanismo di connessione.
Diversa invece è la faccenda dei cellulari. I cellulari sono invasivi (squillano, i maledetti, quando vogliono loro, mentre l'email la controllo quando voglio io ed ho la giusta attenzione per farlo).
La questione, in ultima analisi, sarà determinata da tutti quanti (insieme). Se prevarrà la gente che segue la logica di rete (accettandone magari i piccoli problemi) avremo delle prassi che vanno in questo senso (e la tecnologia investirà idee e risorse per rendere piu' piacevoile l'esperienza). Se prevarrà l'indignazione sterile, la lamentazione sul fatto che esistono idioti che spammano ecc, prevarranno altre prassi. In ogni caso, e ripeto, in ogni caso, si andrà verso maggiore raggiungibilità e maggiore connessione. Ci giurerei. E' una cosa troppo bella. E con milioni dipersone a lanciare idee e giocare con il mezzo, ci saranno sempre piu' soluzioni che salsicce. :)
Luglio 23rd, 2004 at 05:18
E comunque a prima mattina non è possibile leggere (in Rete) cose tipo: "la tecnologia incide poco sulle faccende reali". Devi correre a prendere un caffè. tornare a leggere e vedere se sognavi ;)
Luglio 23rd, 2004 at 05:55
ho scritto ideali g.g. non reali….ideali ;-)
p.s. ti aspetto sempre a cena.
Luglio 23rd, 2004 at 05:59
Bello il neologismo "rodotati" spero che abbia fortuna….
P.S. : Non bisogna dimenticare che l'indirizzo e-mail sarà possibile inserirlo gratuitamente solo il 1° anno, dal secondo anno, a differenza degli altri dati, sarà a pagamento….
Luglio 23rd, 2004 at 06:05
Sergio,
io trovo – da incolto della materia – che invece esista un comune denominatore che unisce ogni forma di invasione pubblicitaria. Chiedere un argine al numero di spot televisivi piu' o meno travestiti, alle mail indesiderate, alle telefonate alle 9 di sera da parte di piazziasti sconosciuti credo faccia parte di un unico diritto alla privacy individuale che va tutelato. Ben vengano le meravigliose associazioni di markettari che citi,nel frattempo pero' smettete di telefonarmi. Ok? ;)
Io della teoria della pubblicita' , squonk, potendo vorrei continuare a disinteressarmi Ma c'e' un intero esercito di esperti furbissimi che mi costringe a continuare ad occuparmene. Ma sono loro che mi stanno attaccati alla giacca. Non io a loro.
Luglio 23rd, 2004 at 06:18
Massimo, che devo dirti? Continui a confondere chi fa e vuole fare bene il suo lavoro (e quindi rispetterà la tua volontà , quando tu gliela farai conoscere) con chi, legge o non legge, la tua volontà non la rispetterà mai. Purtroppo, se ti sfugge questo punto, ti sfugge tutto.
E poi, credimi: gli "esperti furbissimi" sono, in realtà , i marrani ai quali bisognerebbe dare la caccia. I veri esperti sono altri, te lo assicuro.
Luglio 23rd, 2004 at 06:23
E comunque, ragazzi, la vera questione imho è "a cosa serviranno gli elenchi". Sono concettualmente un oggetto impossibile. Con quale criterio riuscirò ad usarli per trovare con successo l'email di mario rossi? Avro' circa 7654 risultati, alcuni con nome e cognome, altri solo col cognome, altri senza indicazione di sesso (il che vuol dire fondamentalmente di nuovo senza nome di battesimo). Come riconosco il Mario Rossi che cerco? dall'indirizzo di residenza? Dal codice fiscale? da un fantomatico campo "segni particolari"?.
In definitiva questi elenchi dovrebbero essere strumenti di ricerca, e offrire chiavi di ricerca. Ma non hanno dati univoci nè "tutti gli stessi dati". A cosa serviranno?
A me, personalmente, lo ripeto, piacerebbe un mondo in cui l'email è cosniderata seriamente (e che quindi esclude l'utilizzo di certi servizi inaffidabili e gratuiti) e non come una cosa da cambiare ogni due minuti. E mi piacerebbe poter trovare l'eamil del mio padrone di casa in 2 minuti mentre gli sto pagando l'affitto di casa via internet (per inserirla nel campo di notifica). Un mondo così sarebbe un mondo piu' civile, o almeno mi sembrerebbe tale.
Quanto alle comunicazioni indesiderate, davvero ci sono milioni di soluzioni già oggi.
Certo, se tutti usano Outlook e se gli utenti italiani si spaventano di fronte ad una pagina in inglese che ti valida -una tantum- l'indirizzo, mi rendo conto che qualcoas che non va c'è. Ma è un problema culturale. Se non conosciamo gli strumenti, probabilmente ci sentiamo come quel tale che ha il solo famoso martello e ha finito i chiodi da battere ;)
Luglio 23rd, 2004 at 06:31
Giuseppe, hai colto un altro punto rilevante. Il buon Rodotà (e gli altri tre intellettuali che lavorano con lui: uno era persino presidente della corte costituzionale, ommioddio) ha messo a punto un sistema che, pur di difendere la Privacy – e la maiuscola va intesa in tutto il suo ironico significato, vi prego – rende inutilizzabile o quasi lo strumento. E non a quei cattivoni del marketing: a chi, come te, vorrebbe pagare l'affitto. La storia del nome inserito con la sola iniziale, se non facesse piangere, sarebbe una barzelletta stupenda.
Luglio 23rd, 2004 at 07:14
Oddio, Squonk, qui hai superato te stesso, con il tuo furor di marketting:
"ci si impedisce a priori di conoscere e valutare. Non tutti hanno le capacità ed il tempo di mettersi a cercare ciò che gli interessa, navigando la rete piuttosto che le Pagine Gialle."
Ma ci sei o ci fai? Voglio dire, ci credi veramente, in queste minchiate???
Molta gente – come me – non ha bisogno di nulla, fattene una ragione e non rompermi le palle con il tuo disgustoso e finto paternalismo. E di certo non ho bisogno di una telefonata alla settimana che mi offre Adsl (che ho gia') o di mail che mi propongono le cose piu' assurde. Io il marketting "buono" e mirato devo ancora vederlo e dubito sinceramente che esista (la mira costerebbe troppo – sospetto – per essere conveniente, e vai con gli invii a cappella…)
Quindi lasciatemi in pace e stop, che se ho bisogno di qualcosa vado a cercarmelo io, e non siamo mica dei bambini scemi che devono essere accompagnati in negozio tenuti per la manina dal buon markettaro. E cche ccazzzo.
Quanto agli elenchi, g.g., perche' devono servire a trovare indirizzi di posta elettronica? Io il mio non lo inseriro', e chi lo vuole se lo cerchera' in Rete, come e' logico.
Ciao, Fabio.
Luglio 23rd, 2004 at 07:45
Fabio, in tutta amicizia, un bel vaffanculo ci starebbe anche bene: un filo di senso della misura (le minchiate, il disgustoso paternalismo, il rompere le palle: siamo di buonumore, vedo), nello scrivere una risposta, mica si chiede tanto, no?
Comunque: io, nonostante il lavoro che faccio, sono un comunissimo cittadino, che ha bisogno di comprare cose che gli servono o che gli piacciono. Sono anche un utente assiduo degli strumenti tecnologici, spesso riesco a trovare ciò che mi interessa, ma a volte non ce la faccio. Di gente come me, ce n'è a milioni, e molti di più che hanno abilità ancora minori rispetto alle mie. Avere qualcuno che mi fa sapere che c'è ed ha qualcosa da offrirmi mi serve. Sul serio. Dieci giorni fa mi è arrivata una busta in casella, che mi ha fatto scoprire una notevolissima pizzeria equo-solidale: io non l'avrei mai trovata e mai potuta trovare in altro modo, se non con un colpo di fortuna (passarci davanti, ad esempio).
Ora, ho o non ho ricevuto un servizio, un beneficio, da questa situazione? Io propendo per la prima. Ma, se l'avessi vissuta come una rottura di palle (cit.), avrei potuto mandargli due righe, fargli una telefonata, scrivergli una e-mail e chiedergli di cancellare il mio nome dal loro database. Io l'ho fatto più di una volta, e funziona. Non sempre, è vero, e per quello c'è sempre il Garante (son qui che attendo al varco Forza Italia). Se solo funzionasse.
Capisci quello che voglio dire?
No, credo di no. Tu credi di aver già capito tutto; e invece no, non hai capito. Cosa, lo puoi immaginare.
Luglio 23rd, 2004 at 07:49
Ah, Massimo: scusa per i toni. Però mi infastidisce – e non poco – che qualcuno si prenda la libertà di insultarmi e di darmi del disonesto (ci sono, Fabio, non ci faccio) così, alla leggera. Gli undici commenti precedenti erano improntati ad una certa civiltà . Ma già , che mondo sarebbe senza gli iconoclasti?
Luglio 23rd, 2004 at 08:41
Ok, Squonk, prendo atto che ci sei, anche se stento a crederlo e, si', dubito della tua onesta' (per quanto… mi rendo conto che quando bisogna mangiare… ci si autoconvince di tutto e del contrario di tutto). Ma il mondo che descrivi lo conosci solo tu. La tua realta' non e' condivisa dalla massa. Chiedi un po' in giro.
In effetti, e' incredibile quanti esempi di buon marketing conoscano i markettari. Ed e' ancora piu' incredibile perche' li conoscono solo loro, mentre al consumatore comune non capitano mai…
E non ti stupire se le mie risposte sono rabbiose, ma il marketting indesiderato e' una costante e snervante rottura di coglioni, e grossa. Viene sinceramente voglia di farvi del male, almeno un po', almeno ogni tanto, quando sparate palle sull'utilita' sociale dei messaggi mirati.
Ah, e ci sono parecchie guide sui ristoranti etnici, la prossima volta vai in libreria e sfogliane una.
Ciao, Fabio.
Luglio 23rd, 2004 at 08:58
ok mettiamola cosi': auspico toni di discussione piu' civili…fate i bravi.
Luglio 23rd, 2004 at 09:07
Prendo fiato e passo sopra alla seconda accusa di disonestà : la prendo come un esercizio dialettico, per quanto scorretto.
Ascolta, io conosco bene il settore nel quale lavoro. Di gente scorretta ce n'è: meno di quanto la tua retorica vuole far credere, ma ce n'è. Se mai ci incontreremo, dopo una birra o due potrei intrattenerti con qualche aneddoto illuminante. Questo per dirti che non sono cieco, anche se sei libero di credere il contrario.
Ma di gente che fa il suo lavoro bene (oltre che onestamente) ce n'è ancora di più, molta di più. Gente che possiede i tuoi dati – legalmente – ma non li usa. Proprio perchè sa fare bene il suo lavoro.
Non fare lo stesso errore di Massimo: agli spammer, ai telefonatori compulsivi, a quelli che fanno mordi-e-fuggi aprendo una nuova ragione sociale alla settimana, della legge non gliene frega nulla. Continueranno, come prima e più di prima. In Italia, l'opt-in è già obbligatorio per l'uso commerciale dell'e-mail e del fax: e allora, come mi spieghi il continuo crescere dello spam?
Luglio 23rd, 2004 at 09:49
squonk,
a volte non ti seguo. Io mi sbagliero' ma esattamente come accade ora per l'email quando il mio nome sara' nella lista di quanti non vogliono pubblicita' telefonica e tele2 o telecom o infostrada o il venditore di olio mi chiameranno giulivi (gente che immagino intenda seriamente il mestiere no? e che invece mi chiama a casa ogni settimana) io potro' forse denunciarli. Non sto parlando di spammer che mordono e fuggono…..per bloccare telecom che continua a propormi una adsl che io ho gia' (con loro tra l'altro) da anni forse e' un buon metodo no? O mi sfugge qualcosa…..
Luglio 23rd, 2004 at 11:13
Squonk, come ho gia' scritto qui, l'opt-in c'e' ma manca l'enforcement. Tutto qui. Tu dacci una procedura di denuncia rapida e gratuita, con multe salate che arrivino veloci e sicure, e poi vediamo, se gli spam continuano.
Quanto ai casi di marketting esemplare e non rompicoglioni, ripeto, ma come mai solo i markettari ne conoscono, sempre e soltanto loro, mentre l'esperienza quotidiana di noi utenti e' ben diversa?
Stai parlando da un altro pianeta? No, secondo me stai solo piangendo per i soldi che sei convinto – erroneamente – che avresti potuto fare con un po' di spam. Ah, si', certo, il tuo non sarebbe spam…
Ciao, Fabio.
Luglio 23rd, 2004 at 11:45
Fabio, parli a vanvera. L'azienda dove lavoro non tratta e-mail.
Luglio 23rd, 2004 at 11:56
Oh. Fai solo spam telefonico, allora? Trovo intollerabile pure quello…
Ciao, Fabio.
Luglio 23rd, 2004 at 15:36
Sia detto con la dovuta grazia – e qui poi la finisco, perchè il prossimo step è quello del "cicca cicca" – non faccio un cazzo di tutto questo.
Ma siccome tu non sai di cosa si parla (sul serio, è chiaro), non stiamo a perder tempo. Passa una buona notte, mister so-tutto-io.
Luglio 23rd, 2004 at 18:07
Oh, ma allora sarebbe curioso sapere come mai difendi l'opt out come un markettaro della peggio lega.
Sei affetto dal complesso dell'utente sperduto? Non sai scegliere i tuoi acquisti da solo, senza che qualcuno ti guidi? Be', curati, e per il futuro tieni presente che per la maggior parte gli utenti/clienti se la cavano benissimo da soli, nelle scelte e nella gestione dei propri contatti. E vedrai che, se ci credi, anche tu puoi farcela.
Parlassimo di assistenza, invece… gia', ma e' piu' proficuo investire in marketting spammatorio, o cosi' si crede, piuttosto che soddisfare i clienti gia' conquistati…
;-)
Ciao, Fabio.
Luglio 24th, 2004 at 15:54
Non posso credere che sia tu a scrivere.
Devi avere un ghost-writer. Probabilmente ha già fatto anche la seconda elementare. Stammi bene, uomo-che-non-ha-bisogno-di-nulla, e fai i complimenti al piccoletto che ti scrive i commenti.