Condivido l’articolo di Paolo Attivissimo su Apogeonline di ieri. Anzi confesso che prima di averlo letto qualche ora fa avevo in mente di scrivere qualcosa di simile. Personalmente l’accostamento assoluto adsl=p2p non mi piace per nulla. Non mi piacciono le lettere in facsimile da spedire al proprio ISP girate in questi giorni in rete nelle quali si minaccia la disdetta del contratto a larga banda se non verra’ emendato il decreto urbani sulla faccenda dello “scopo di lucro”. Non mi piacciono gli scioperi dell’ADSL ne’ gli inviti a tornare al dialup. Scrive Paolo:

Infatti, checché ne dicano i provider, “banda larga” non è sinonimo soltanto di musica scaricata a scrocco. Avere una connessione veloce ma soprattutto permanente apre la porta anche a occasioni di conoscenza che un accesso dial-up rende impossibili. L’abbagliante abbondanza dei circuiti P2P ha reso molti utenti ciechi al fatto che con l’ADSL e la fibra ottica si può fare molto di più che scaricare paccottiglia musicale preconfezionata o polpettoni hollywoodiani. Con la banda larga si può fare il salto da spettatori ad attori, da consumatori a creatori.

Io credo da tempo, fin da quando scambiavo le figurine panini dei calciatori con i miei compagni di scuola alle elementari, nella condivisione. Me lo hanno insegnato i miei genitori. Ne parlavano in parrocchia. Cosi’ io ci ho creduto. E francamente le volte che ho scaricato un mp3 da Internet non mi sono sentito un ladro. Per nulla. Esattamente come non mi sento un ladro se leggo un libro prestatomi da un amico. Immagino che la musica o il cinema o la letteratura, oppure le notizie o le idee del tizio che abita nella casa di fronte alla mia, debbano poter essere condivise anche in rete. Mescolate. Rese patrimonio comune. Nonostante i miliardi di problemi che la condivisione digitale porta con se’. Sono convinto che sia una buona cosa comunque, per chi abbia sciocche ambizioni di conoscenza e miglioramento di se’ stesso. Certo c’e’ tutto un mondo nuovo da immaginare e rendere funzionante. Diritti d’autore da rivedere, carrozzoni da smantellare, mediatori da ridimensionare. E ci vorra’ del tempo. Ma non trasformiamo tutto questo (che e’ una rivoluzione grandiosa e positiva per tutti) in una piccola battaglia avvilente fra chi vuole Britney Spears nuda, canticchiante e ancheggiante direttamente a casa propria senza voler contribuire a nemmeno un etto del suo costoso rebuilding.

9 commenti a “BRITNEY’S REBUILDING”

  1. Fabio Metitieri dice:

    Non so perche', ma Attivissimo non mi convince mai. Infatti, lo leggo solo in questo estratto, qui… e, anche se e' vero che in Internet c'e' molto di piu' del P2p, sul povero e bistrattato P2p non sputerei troppo, perche' non e' solo "scaricare paccottiglia preconfezionata", anzi, per nulla.

    Come dici tu stesso, lo scambio di figurine e' condivisione. E il P2p e' la stessa cosa, con sw che permettono di navigare sulle directory altrui, confrontando i propri gusti con quelli degli altri, di chiacchierare con le persone da cui si scaricando, e di condividere e di trovare pezzi "d'epoca" che anche nei grandi negozi di dischi di milano sono ormai introvabili. Provare per credere, prima di sentenziare sulla "paccottiglia".

    Mi pare che tra chi scrive prevalentemente in Rete o comunque con velleita' da "alternativo" rispetto ai media tradizionali si vada diffondendo sempre di piu' il gusto di prendere posizioni estreme, pur di avere qualcosa di "forte" da dire. Pessimo costume, che scimmiotta – e non sempre al contrario – il gusto per l'hype di certi titoli dei quotidiani.

    I ragazzini che scaricano Britney Spears in Rete, mentre aspettano i download, hanno almeno qualche possibilita' di stabilire nuovi contatti, o di scoprire altri generi musicali, cose che non sempre sono ancora possibili negli scaffali di molti negozi di dischi, ormai preconfezionati peggio del rebuilding di Britney Spears.

    La cosa piu' preoccupante, e' che se chiedi a qualcuno di quelli piu' forniti, con on line porzioni di disco da 10 o 20 Giga con brani musicali vari, film, e di tutto e di piu' (e che non sempre sono ragazzini), se sono preoccupati dal decreto Urbani, la risposta e' sempre: "E che sarebbe?"

    In seconda battuta, dopo che glielo hai spiegato, ti dicono: "Ma qui saremo un milione, perche' dovrebbero prendere proprio me?"

    Ciao a tutti, Fabio.

  2. Marco dice:

    cazzo, come sei alternativo!

  3. Paolo Graziani dice:

    Io francamente non vedo molti altri motivi, oltre al P2P, per farsi la banda larga. Attualmente. E vedere frammenti di tv sul monitor, non mi sembra un'idea proprio fantastica. E in ogni caso non sarebbe alternativa al P2P(fra pagare x euro per vedere un film sul monitor(magari senza poterlo masterizzare), e scaricarlo gratis, masterizzandolo liberamente, secondo voi quale scelgo?).

    Condivido ciò che dice Fabio, in generale.

    E a me Attivissimo sta piuttosto antipatico, col suo snobismo pseudo-inglese e con la sua paginetta della colletta.

    Io non sono per il ritorno al dial-up, ma per la possibilità , per chi lo desidera, di usufruire di un collegamento always-on dial-up a cifre *appena* inferiori a quelle di una Adsl. Cosa sicuramente tecnicamente possibile, e che non si fa solo per ragioni commerciali imposte dalla ex-monopolista.

  4. Gino dice:

    Se solo esistesse, mi starebbe benissimo una ISDN, a patto che sia always-on. Invece ho optato per un'ADSL "flat" solo perché era il modo più economico di disporre di una connessione permanente. Certo che la larghezza di banda, se c'è, fa anche piacere, ma per come la vedo io la banda larga è nettamente subordinata alla banda lunga.

    Però è pure vero che gli ISP (vedi Alice e LiberoADSL) hanno fatto pubblicità  che puntavano unicamente sulla velocità  di download, spacciando come vantaggo l'assenza di canone fisso in cambio di una formula "paghi solo per quel che usi" a "soli" 2 Euro / ora (che, nel vecchio conio, equivalgono a "ben" quattromila lire!!!) E adesso questi signori cosa possono aspettarsi, secondo voi?

  5. Mirko dice:

    La banda larga non va confusa con l'ampiezza di banda. Per esempio fastweb fornisce una notevole ampiezza di banda, ma non è un provider a banda larga (come è falsamente pubblicizzato), ma un provider a banda base proprio perché basato su ethernet.

    Banda larga o base sono termini che indicano in quale parte dello spettro sta il segnale trasmesso.

    http://www.bellaonline.com/articles/art14917.asp

    Voi direte: embe' e chi se ne frega?

    Ma a me andava di dirlo lo stesso

  6. Gino dice:

    Infatt Mirko: più che altro quello che hai detto, anche se forse tecnicamente non fa una piega (non lo so e non mi affascina minimamente l'argomento), non è minimamente attinente con il discorso che si faceva qui. Dimostra solo che sei un po' saccente. Vuoi che ti diciamo bravo e ti facciamo un applauso? Bravo, clap-clap! ;-)

  7. Mirko dice:

    Grazie grazie… Però non è vero che non c'entra niente. Tu hai scritto che la "larghezza di banda fa un gran piacere" e la vedi subordinata alla "banda lunga". Evidentemente non sapevi di che cavoli parlavi e io gentilmente te l'ho spiegato.

  8. Gino dice:

    Vivevo splendidamente nella mia ignoranza, ma grazie lo stesso ;-)

  9. Attilio dice:

    Condivido al 100% il parere di Attivissimo sulla pessima paccottiglia e sulla estrema limitazione di orizzonti quando si parla di DSL e dintorni. Avessimo avuto il broadband ai tempi di FIDOnet, Gopher e Veronica (vulgo, paleozoico della rete), avremmo fatto salti mortali. Poter scaricare un mirror domestico degli archivi di SISSA e Los Alamos, dei repository Simtel, i milioni di white papers della IBM o le pubblicazioni scientifiche IEEE e ACM, tonnellate di esempi e sorgenti freeware (l'opensource è un concetto assai più recente) era un sogno proibito per chiunque, anche per chi disponeva di BBS UNIX con dotazioni di tutto rispetto. Il problema è che i consumi mainstream, con tutto il loro ingombrante carico di inutilità  e superficialità , oggi invadono anche questo spazio, che una volta era esclusivo delle elite accademiche e di appassionati mediamente acculturati a livello di dottorato. Per inciso, l'atteggiamento di Attivissimo non è niente più e niente meno che lo standard del frequentatore abituale FIDOnet, anzi lo qualificherei tra i moderati: ho letto e sentito espressioni assai più tranchant da parte di guru della programmazione con attributi ipercubici, da anni ritiratisi in catacombali ML a distribuzione rigorosamente limitata. Oggi i bambocci scaricano video e cacofonie di starlette sculettanti e twinks occhieggianti, ed intanto i quindici milioni di pagine online della BNF registrano meno accessi della proloco di Roccacanniccia inferiore. Questo è l'aspetto tragico della faccenda, la retorica sulla "condivisione" alla fine c'entra assai poco.