08
Mag

Il Ministro Castelli e’ un ministro simbolo di questa repubblica. Un laureato ignaro al quale non e’ certo possibile chiedere notizie sull’iperrealismo o su altre amenita’ legate all’arte contemporanea. Eppure lui il suo parere intende lasciarcelo lo stesso. Oggi a proposito della opera di Maurizio Cattelan dei bambini impiccati che un ubriaco ha tentato di smontare da una piazza di Milano (curioso che una discussione interessante sulla percezione dell’arte contemporanea sia scaturita dagli eccessi etilici di un muratore di passaggio) il ministro ha dichiarato a Radio Padania: “L’unica reazione a questa cosa che non so se ridicola o grottesca, macabra o diseducativa, sia l’indifferenza”. Castelli si dimostra cosi’ un perfetto rappresentante di quella vasta fascia di popolazione (che immagino sara’ quella che lo ha eletto in parlamento) che davanti ad una opera di Burri o di Fontana esclama “Datemi un sacco, datemi una lametta che ve li faccio uguali, anzi piu’ belli”.

27 commenti a “INTELLIGENZE”

  1. Pier Luigi Tolardo dice:

    Però una scatoletta di Manzoni, con il consiglio di mangiarla(è una specie di Manzotin) se avessi tanti soldi gliela regalerei a Castelli.

  2. Fabio Metitieri dice:

    Si', anche certi Picasso, io posso farli meglio, lo dico sempre. Ed e' vero.

    Ciao, Fabio.

  3. palmasco dice:

    Mah… sono molto perplesso.

    Alcuni graffiti che si vedono in giro sono provocatori almeno quanto questi pupazzi di Cattelan, ma più belli, eppure il Comune di Milano paga per farli cancellare.

    Voglio dire che in questo caso, il vero gesto provocatorio mi pare che lo faccia la fondazione Trussardi, che pagando e grazie al prestigio commerciale dell'azienda, ha ottenuto dal Comune di Milano di esibire quello che vuole dove vuole.

    Ricordo che le fondazioni non hanno nulla di artistico.

    Secondo me va aggiunto che soprattutto l'arte come provocazione andrebbe esibita in luoghi dove la gente è quantomeno avvertita della possibilità  di essere provocata.

    In una piazza completamente pubblica, aperta a qualsiasi passaggio d'uso, molti passanti completamente non avvertiti, e privi di mezzi culturali ed emotivi adatti, come per esempio i bambini, possono essere disturbati da provocazioni imposte dal successo e dalla fama.

    Anche la provocazione è un codice, tutto sommato, che ha bisogno della società  per funzionare. La società  però non è e non può essere una macchina da all'erta continuo.

    Non per tutti, non in ogni momento, non in qualsiasi luogo.

    Non imboccata dai potenti, che le fanno inghiottire qualsiasi cosa vogliano.

    ihmo palmasco

  4. Simone dice:

    purtroppo certi tipi di arte per essere "compresi" hanno bisogno di una base culturale.

  5. Ciccio dice:

    Perché occuparsi delle dichiarazioni di Castelli? L'unica reazione a queste dichiarazioni che non so se ridicole o grottesche, macabre o diseducative, sia l'indifferenza. E così via. L'errore è tuo Mantellini, che l'hai citato.

  6. .mau. dice:

    Su Fontana potrei anche dargli ragione. Su Picasso, dopo avere visto i suoi disegni di quando aveva sei anni, ho deciso che se voleva disegnare così era una sua scelta.

  7. Antonello Leone dice:

    Esattamente cosa intendi con questo post, Mantellini??
    Che sei daccordo sull'esposizione della piazza milanese dei tre fantocci impiccati?

  8. antonio dice:

    Io ho capito benissimo, e sottoscrivo anche le virgole.

  9. Raffaele Abbate dice:

    su Castelli ho fatto una approfondita analisi e fin quando si limita a sparare valutazione a casaccio poco male; il guaio è che le medesime azioni le compie da Ministro e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti

  10. massimo mantellini dice:

    sono discretamente daccordo con l'affermazione di palmasco che dice:

    Secondo me va aggiunto che soprattutto l'arte come provocazione andrebbe esibita in luoghi dove la gente è quantomeno avvertita della possibilità  di essere provocata.

    anche se e' indubbiamente vero anche il contrario vale a dire che la provocazione puo' cosi' ottenere i suoi massimi effetti. Semmai la questione e' che la fondazione trussardi non puo' chiamare uno come cattelan dargli una pubblica piazza e non immaginare cosa accadra'….

  11. quattropassi dice:

    Il tuo post è comprensibile, semplice e intelligente. In pratica perfetto.

  12. Gino dice:

    Ho trovato veramente triste sentire l'esponente dei DS al consiglio comunale di Milano che, intervistata al TG, esprimeva una condanna dell'opera di Cattelan con argomentazioni degne del MOIGE. A forza di vivere di riflesso ai temi politci propri dell'avversario, ragionando in modo goffmente opportunistico i DS milanesi devono essersi detti: "vorremo mica lasciare il tema della difesa dei minori tutto in mano a Lega e AN?". Miseri.

  13. Luca dice:

    L'opera si puo' (e si deve) discutere, ma non censurare e tanto meno distruggere. Su Castelli c'e' poco da discutere.

  14. alessandro dice:

    boh

    i fantocci appesi all'albero sono di un tal cattivo gusto che se viene definito arte quella beh io proprio nn ci capisco un cazzo… ma avrei preferito degli asini che volano

    su castelli sorvolo….

    sul fatto che cosi si son fatti tutti una gran bella pubblicita' chiamandola arte ne sono convinto…

    penso che cmq l'albero sia piu' bello senza

  15. Gino dice:

    Alessandro, a prescindere da quanto ci capisci d'arte (dato che sull'installazione di Milano tu ed io non siamo in accordo), volevo solo mostrarti il buon Cattelan alle prese con un asino che non vola e con un discusso cavallo imbalsamato appeso al soffitto del Castello di Rivoli. Per non parlare del povero scoiattolo suicida che non ti mostro nemmeno per non disgustarti ulteriormente ;)

  16. Gino dice:

    > penso che cmq l'albero sia piu' bello senza

    …aggiungo infine che se c'è gente che concepisce l'arte in questi termini, tante cose si spiegano :(

  17. .mau. dice:

    perché? dire che l'albero è più bello senza non è forse un giudizio artistico? :-)

  18. Shangri-La dice:

    Piuttosto, "dammi una lametta che mi taglio le vene", come cantava quella.

  19. marco dice:

    Lasciando perdere Castelli. che e' meglio, il post di Massimo mi puo' andare bene a patto che non si voglia sostituire allo schematismo 'Il taglio di Fontana lo fa anche un bambino' un altro schematismo uguale ed opposto, per cui se qualcuno (chi, poi, e' tutto da discutere) mette il bollino di 'arte' sopra a qualcosa rende quel qualcosa di una categoria a se', piu' vicina all'iperuranio che alla terra. Sto parlando in generale, di Cattelan so poco o niente, ma lasciamoci *in generale* il diritto di dire che una cosa e' una stronzata, anche se ha l'etichetta 'arte' appiccicata sopra, senza che questo ci faccia passare immediatamente per dei Castelli.

  20. davide dice:

    condivido il commento di Marco e un po' mi stupisco di leggere un Mantellini nelle insolite vesti del talebano: o apprezzi l'installazione di Cattelan o sei un Castelli. a me piacciono i Burri o i Fontana o addirittura i Malevic ma i tre bambini impiccati in un parco di Milano mi sembrano una vera schifezza. Mi chiedo quindi: da quale parte starò il giorno del Giudizio Universale? tra i Buoni o tra i Cattivi?

  21. Vandalo dice:

    Le mie personalissime reazioni a quello che è successo sono state queste:

    – Essendo stato un writer della prima ora, Cattelan ha avuto lo stesso trattamento di qualunque graffitista, danneggiamento dell'opera e rimozione/cancellazione, cosa che chiunque faccia un'opera artistica di/in strada (nel senso più ampio del termine) deve mettere in conto.

    – Cattelan è provocatorio, per certi versi interessante, ma sopratutto un ottimo pubblicitario di se stesso, quindi, dato quello.

    – Il barlafus che ha tirato giù i pupazzi alla fine ha fatto una performance artistica! Tenendo conto delle farie abrasioni, lussazioni e fratture, dire qualcosa vicino alla body art più estrema, alla Franko B…

    Nota per i non milanesi: l'albero su cui erano attaccati i pupazzi non è in un parco, ma in un'aiuola di piazza XXIV Maggio, non chiamerei parco meno di 10 mq. di verde spelacchiato… l'albero però è famoso: dovrebbe essere la pianta più vecchia della città , piantata li, come si dice, quando "una volta qui era tutta campagna".

  22. Vandalo dice:

    Il virus delle ditozze cicciozze ha impedito alla tastiera di digitare correttamente… dal commento sotto togliete "quindi, dato quello" al termine del secondo punto.

    E volevo scrivere "varie", non "farie"… Sorry.

  23. alessandro dice:

    oggi saro' a milano… conto di andare sotto l'albero e calarmi i pantaloni e le mutande… a chi mi dira' che e' scandaloso rispodnero' che e' arte ahahahahahahaha

  24. Silvio dice:

    A me le opere di cattelan, burri o fontana non piacciono. Mi devo quindi ritenere parte del gruppo rappresentato da castelli?

    Non saro' un super-esperto d'arte come la famiglia mantellini, ma ammiro le opere di De Chirico, Dali', e Bosh (per citarne alcuni).

    Le ammiro senza tirarmi pistolotti interpretativi. E' un male? E' da idioti?

    Silvio.

  25. Everybody is an art critic dice:

    Il suo nome è Bosch, Hieronymus Bosch.

    Di Bosh conosco solo Chris, e gioca nell'NBA!

  26. Silvio dice:

    Un errore di battitura non cambia il senso del messaggio.

    S.

  27. Claudio dice:

    Beh, ma è proprio Cattelan a sostenere che basta una tela e una lametta per fare un Fontana: vedi la sua zeta di Zorro alla maniera appunto di Fontana.

    E' lui che fa il becero (come i milanesi secondo Albertini).

    Ma i critici, i mercanti d'arte e le persone che temono di apparire incolti non gli credono…

    E' questa la vera arte