Meno di un anno fa Paolo di Stefano pubblicava sulla pagina culturale del Corriere un articolo sui blog sposando con convinzione affrettata una tesi nota: quella gia’ allora tante volte sentita dei blogger narcisi e inutili. Scrissi due righe a Di Stefano quel giorno, una cosa che in genere evito di fare. Mi dispiaceva non tanto l’uso strumentale di questo o quel blog di adolescenti a dimostrare una tesi preconcetta, quanto la sciatteria del pezzo nel quale “Arruba, Quinto Stato e Splinder” erano descritti come tre blog. Di Sfefano mi rispose cortesemente dicendosi a sua volta dispiaciuto che l’articolo non mi fosse piaciuto. Cosi’ ieri sfogliando il Corriere mi e’ tornata in mente quella mail nel trovare un nuovo pezzo del medesimo autore che nel frattempo pare aver scoperto l’esistenza di alcuni blog letterari di un certo spessore. Cita per esempio ad inizio articolo un passo letto su Nazione Indiana nel quale si dice: “lo stile piu’ adottato e’ il non stile del diario, dell’appunto immediato, del non limato. E’ fresco, piacevole, coinvolgente.” Ma non finisce li’, ci sono complimenti per tutti i blogger-scrittori piu’ o meno noti (i cosiddetti scrittori “laureati” parafrasando Montale) nel nuovo Di Stefano-pensiero, da Giulio Mozzi a Lello Voce, da “Il diario dei diari” di PordenoneLegge a Tiziano Scarpa. C’e’ poi nell’articolo la formidabile consapevolezza che la superficialita’ e l’inutilita’ dei diario sono facilmente rintracciabili non piu’ solo sui blog di foruncolosi minorenni ma anche dentro formidabili bestsellers. Piu’ molte altre cose interessanti. Ma quello che importa a me e’ che, come capita alle persone intelligenti, Di Stefano ha iniziato a sollevare il velo da una definizione di blog che nelle redazioni dei giornali ha imperato per molto tempo. Non che ci volesse molto, bastava alzare gli occhi. Un altro piccolo sforzo da parte sua e sulle pagine culturali del Corriere troveremo citati fra qualche mese quei blogger scrittori non laureati che tanti di noi leggono ogni giorno. La ricetta per arrivare infine anche a loro e’ semplice: un po’ di tempo, curiosita’ q.b. e – soprattutto – un pizzico di umilta’.

2 commenti a “ASCOLTAMI i POETI LAUREATI…………”

  1. Albamarina dice:

    Grazie, Massimo.

  2. Gino dice:

    Bravo! Un pizzico di umiltà  non guasta davvero mai. ;)