Come spesso accade ha ragione Cesare. La notizia del giorno e’ il cracking di FairPlay, il sistema di Digital right management di Itunes. Detto in parole povere, sono state aggirate le protezioni software del sistema di download musicale di Apple. La domanda che si fa Cesare commentando la cosa e’ poi una domanda centrale:

Se in via di principio ho una forte resistenza verso sistemi che mi impediscano di usare come credo ciò che ho acquistato e che limitino, in fin dei conti, la mia libertà , nel caso specifico ho non pochi dubbi. Mi chiedo, ad esempio, se la policy di iTunes Music Store non sia conforme a quel principio del Fair Use che molte organizzazioni, giustamente, difendono strenuamente.

Credo che noi tutti abbiamo una specie di preclusione ideologica che prima o poi dovra’ finire. Non si puo’ continuare ad affermare che qualsiasi sistema di protezione vada in quanto tale condannato. Specie se l’alternativa nel medio periodo al buonsenso di un sistema di protezione equilibrato (come quello di Apple) e’ quella di un controllo invece estremo e irriguardoso degli interessi di tutti noi.

13 commenti a “JOBS (e NOI) SULLA GRATICOLA”

  1. beppe dice:

    scusa, ma non eri tu che avevi intervistato alla radio Chiariglione?

    Questo della Apple al suo confronto è una porcheria proprietaria. Chiariglione è invece una seria opportunità  per tutti, industria e liberi utenti…

    http://blogs.it/0100206/2004/03/25.html#a2401

  2. massimo mantellini dice:

    No beppe, io ho partecipato semplicemente come ospite ad un programma radiofonico con chiariglione. Non gli ho posto alcuna domanda. E abbiamo detto cose molto differenti. Il punto oggi e' se le DRMT possano o no essere pensate a misura di utente (lasciando perdere il caso di apple che comunque ha aperto una strada). Quanto al progetto di chiariglione francamente mi pare del tutto irrealizzabile ( a meno di non lobotomizzare tutti i CEO della grande industria dei contenuti mondiale) Ed infatti non mi pare abbia grande seguito.

  3. beppe dice:

    Comunque il tuo post è condivisibile.

    Per quanto riguarda Chiariglione mi ha dichiarato questi partner: Bt, Telecom Italia, Mitsubishi, Matsushita, Divx Netoworks, La Siae spagnola, probabilmente Samsung, quindi l'intera Corea…non è proprio pochissimo, per un progetto che crea una vero nuovo modello di business, fuori da certi monopoli fascisti….

    Anche di questo ne ho fatto un spot personale a Stanca, ma conto di più sulla rete….infatti se io fossi oggi un giovane informatico ci farei un serio, serissimo pensiero….partecipare a magari firmare un pezzo di quel sistema…bè c'è il rischio che divenga un altro Mpeg. E chi non risica, come sai, non rosica. Diceva il buon Peppone…..

  4. Gaspar dice:

    Massimo, volendo analizzare il fenomeno in termini generali io non parlerei di preclusione ideologica: credo siano prevalenti i motivi economici.

    Se metti limitazioni alla fruibilità  di un bene, ne riduci il valore.

    Applicato ai bit, questo principio devasta qualsiasi tentativo di commercio.

  5. b.georg dice:

    scusate i refusi, sto scrivendo mentre saltello su un piede solo ;-)

  6. Cesare dice:

    Provate a cercare su Google 'broadcast flag'. Su Janus, la chicca prossima ventura di MS, sapete. Confrontate e ditemi se il PlayFair di Apple (con tutti i suoi difetti) non è/era un esperimento interessante (d'altro canto mi pare che iTunes abbia avuto un discreto successo). Ovviamente, da buoni amanti della libertà , preferiremmo goderne pienamente, anche quando acquistiamo una canzone a 99 cents. Il problema è che vedo prevalere posizioni estremistiche e, diciamolo pure, un po' troppo ideologizzate sul tema. Quando ho titolato 'Paladini o pirati' mi facevo implicitamente una domanda: esiste una via di mezzo tra i sistemi di industrie fameliche e l'anarchia? No, perché a questo punto chi vende le schede pirata di Sky è un eroe delle libertà  civili. Information wants to be free, vero? Ecco, io temo che il prevalere di certe posizioni sui diversi fronti, possa farci perdere buone occasioni. Quella di Chiariglione potrebbe esserlo. Mi piace quando dice che il suo progetto mira a realizzare un sistema in cui "users can enjoy a full digital experience legally and without the current limitations". Credo che che abbia ragione quando subito dopo afferma che "this will remove many of the incentives that exist today for piracy". Ma dal momento che è un sistema che *comunque* intende proteggere i diritti di copyright, sono sicuro che un giorno verrebbe qualcuno col suo bel crack e col suo bel 'Chiariglione fuck off'. E allora, come la mettiamo?

  7. b.georg dice:

    imho: non saprei, mi pare difficile definire estremista e ideologizzata una pratica di massa. Non più di quanto si possa definire ideologica la posizione contraria – ideologia=falsa coscienza di un interesse materiale – con l'aggravante che l'interesse collettivo modifica la percezione di ciò che è giusto (senza bisogno di addentrarsi nella distinzione pur fondamentale tra ciò che è legale e ciò che è "percepito" come legale). Quando sarà  dimostrato che lo scambio di file (che non è pirateria) limita realmente l'arte (e non i guadagni di pochissimi, cosa che appare piuttosto palese) la posizione contraria avrà  ampie possibilità  di affermazione senza bisogno di decreti legge. Al di là  di tanti discorsi, comunque, se un sistema offre effettivi vantaggi, anche il fatto di craccarlo – ahimé sempre possibile – diventa ininfluente, un po' come negli alberghi dove si sa che tutti si fregano gli asciugamani ma l'hotel non fallisce per questo.

  8. beppe dice:

    Ma dal momento che è un sistema che *comunque* intende proteggere i diritti di copyright, sono sicuro che un giorno verrebbe qualcuno col suo bel crack e col suo bel 'Chiariglione fuck off'. E allora, come la mettiamo?

    Bè, e quale problema c'è? si fa un debug….è da trent'anni che si fa così, da Unix in poi….ogni giorno la sala macchine del dipartimento di Scienze di informazione di milano ha circa 50 attacchi, in gran parte dai suoi stessi studenti (di security). E allora?

  9. Cesare dice:

    Scusa Giorgio, ma nello specifico non mi riferivo al file-sharing, ma all'adozione di sistemi di DRM, quindi di protezione digitale dei diritti di copyright. Quando parlo di posizioni estremistiche e ideologizzate intendo, ad esempio, quelle di chi rifiuta in toto l'idea stessa di qualunque forma di DRM (molti di questi, Giorgio, sono quelli che pensano che gli interessi di un'azienda sono sporchi a prescindere e perciò da boicottare). Altrettanto estremistica è la politica attuale delle varie RIAA o MPAA, che intendono il DRM solo come pratica anti-pirateria, punitiva, etc. nel mezzo ci sono le posizioni 'utopistiche' e di buon senso alla Chiariglione (e non solo) che puntano a coniugare gli interessi di tutti. Come spesso accade, purtroppo, il buon senso soccombe.

  10. Cesare dice:

    Beppe, come ho in parte fatto nel commento qui sotto, volevo solo evidenziare che ci sarà  sempre chi tenterà  di boicottare a prescindere, per il gusto di farlo, per ragioni ideologiche o perché vuole il far west etc etc. Era una nota 'antropologica', al limite 'politica', non tecnica.

  11. beppe dice:

    Certo, c'è tanta gente che abusa dell'anonimato, che usa internet per riciclare soldi sporchi, persino per organizzare cellule e attentati…ma ormai siamo cresciuti. Non sono più i tempi del peggiore 68, quando tutti erano compagni che sbagliano. Ora si comincia a capire la linea di demarcazione. Non a caso Chiariglione sta parlando anche con Lessig e con quelli di Creative commons. Nel suo drm c'è spazio anche per le licenze di libertà , non solo per quelle a pagamento. Copyright e Copyleft assieme. Ed è questo a mio avviso il futuro di Internet, se non vogliamo che imploda.

  12. alessandro dice:

    beh apple ha aperto una strada… ora poco conta che i suoi diritti siano stati manomessi.. anche perche parlando di musica e di digitale ci si scorda che si possono comunque clonare in maniera analogia.. basta davvero poco..

    ora io vi faccio sta domanda.. voi date tanto addosso ai diritti digitali.. e avete ragione visto le porcherie che ha fatto l'industria discografica…

    ma ora pensate a chi fa musica… nn sono le case discografiche sono gli artisti.. okkei nn devono guadagnare 16.000 euro al giorno come vieri, pero credete stanno messi tutti veramente male… e nn e' colpa ne' dell'mp3.. bisogna aprire una mentalita' nuova.. va bene scaricare a iosa e sono d'accordissimo… pero' un minimo di riconoscimento bisogna pure che cell'abbino senno' nn ne fanno piu di dischi

  13. vanz dice:

    che la posizione sia ideologica o meno, secondo me la domanda da farsi (ha ragione Beppe in questo senso) è se ha effettivamente senso continuare in questa escalation infinita di protezioni e crack, sapendo benissimo che non solo ogni legge genera subito il suo inganno, ma che la violazione della legge da parte della gran parte dei cittadini rende la legge stessa inapplicabile, quindi ne sancisce la morte.

    è per questo che mi sembra più produttivo, anzi ormai imprescindibile, ragionare in termini di prospettive moderne e sostenibili riguardo al diritto d'autore. e a rischio di ripetermi segnalo ancora una soluzione che mi sembra ragionevolissima:

    http://www.eff.org/share/collective_lic_wp.php