Per chi non se ne fosse accorto c’e’ in atto una discussione importante in questi giorni su una ipotesi lanciata da Giuseppe Granieri di Blog locali. Ne hanno parlato a piu’ riprese in tanti, in particolare Paolo Valdemarin e Carlo Annese in due formidabili post. Ora io non ho molto da dire al riguardo perche’ – lo confesso – come lettore non sono troppo eccitato dall’idea di poter “localizzare” i contenuti offerti sui blog creando una sorta di rete informativa locale. Prendo atto che alcuni grandi blogger americani la pensano cosi’ e non dico che non si tratti di una prospettiva interessante, specie nell’ottica di immaginare una concreta alternativa informativa dal basso ai media tradizionali la’ dove essi sono meno forti. Premesso questo mi pare interessante l’atteggiamento come al solito visionario di Paolo. Paolo, se interpreto bene, dice: andiamo verso la content syndacation totale, blog o non blog i contenuti potranno essere filtrati secondo mille diverse preferenze e quella dei contenuti della propria area geografica e’ solo una di queste. Quello che ci serve sono gli strumenti software per farlo.

Quello che bisogna costruiree’ un aggregatore tematico/geografico. Un posto in cui singoli pezzi di contenuti possano essere raccolti da molteplici fonti: weblog, aziende, giornali locali, privati cittadini. Con le tecnologie disponibili oggi non e’ difficile, magari non facilissimo ma tutt’altro che impossibile. Consentirebbe di creare un tessuto informativo di grande valore per tutti, e potrebbe partire dai weblog.

Ritorniamo come si vede ad un punto di cui si discuteva qualche tempo fa (un anno?) quando parlavamo dello sviluppo del Blog Aggregator, non tanto quello della produzione del “senso” quanto quello della sua organizzazione. Io non sono preoccupato di trovare cose che mi interessi leggere. Sono circondato da esse e semplicemente mi manca il tempo e gli strumenti efficaci per seguirle. E non mi interessa molto nemmeno una contrapposizione fra un tipo ed un altro di informazione, nella stucchevole guerra troppe volte dichiarata fra “professionale e amatoriale”. Insomma Giuseppe, io non credo proprio che la discussione sui weblog debba considerarsi terminata. Facciamo correre le parole veloci sul web il resto poi verra’ di conseguenza. E poi scusami, ma non e’ colpa mia se un eventuale blog del sud salento non sara’ in cima alle mie priorita’ di lettura. ;)

7 commenti a “BLOC o BLOGAL per ME PARI SONO”

  1. .mau. dice:

    c'è un punto di base che mi sembra non sia mai stato considerato.

    Per avere dei blog locali ci vuole della gente che parli delle cose locali. Se ce ne sono, il problema non si pone, mentre se non ce ne sono l'idea muore in partenza.

  2. Tripudiatore dice:

    Camperò anche senza. A me fa sorridere il voler dare così tanta importanza ai blog: ci sono mille altri modi per trovare le informazioni che si cercano, e contaminarsi magari. Mi sembra che la bloggopalla voglia a tutti i costi ridurre "il tutto" a qualcosa di gestibile via internet. Non ne sento la necessità , tutto qui

  3. g.g. dice:

    Massimo, io sostengo (con una semplificazione comunicativa) che la discussione sui weblog sia terminata, ma che inizi quella sui suoi ambiti 'particolari'. Insomma, parlare di abeti e pini, imho, è oggi più interessante che parlare di "alberi".

    BTW, non devi scusarti con me se l'idea dei blog locali non è in cima alle tue priorità . Io ho raccolto un discorso di altri e l'ho proposto per una riflessione pubblica. Non sono un tifoso, piuttosto un osservatore interessato a capire gli sviluppi. Tutto qui.

    Tra l'altro la 'localizzazione' è solo una delle forme di personalizzazione editoriale, e secondo me sarà  interessante vedere anche lì che direzioni saremo capaci di prendere.

    Infine, il post tuo e quello di Carlo Annese mi sembra che nascondano tra le righe un tema più ampio. Appena posso raccolgo le idee…

  4. Antonello Leone dice:

    Quindi, tutta la letteratura del WebLog va considerata soltanto nell'ottica di trasformare il sistema in uno strumento alternativo all'informazione già  esistente (stampa, tv e radio).

    Il blogging va visto esclusivamente come fase intermedia di un futuro sistema informativo?

    Informazione e non comunicazione?

  5. g.g. dice:

    QUIZ:

    "La sensazione, dunque, è che bisognerebbe smetterla di parlare dei “blog”, e bisognerebbe cominciare a parlare di specifiche scritture, di specifiche operazioni diaristiche, di specifici modi di fare informazione opinione controinformazione disinformazione, di specifiche invenzioni narrative in rete. Nonché di specifici generi letterari, di specifiche situazioni comunicative, e chi più ne ha più ne metta. O no?"

    "Insomma Giuseppe, io non credo proprio che la discussione sui weblog debba considerarsi terminata. Facciamo correre le parole veloci sul web il resto poi verra' di conseguenza."

    Chi ha scritto il primo brano? E chi il secondo? ;)

  6. MassimoSdC dice:

    ?!?Blog-Bloc-Blogal-?!? Sicuro che state bene, tutti quanti? E se sì, con chi state cercando di comunicare, adesso? Perdonate la schiettezza. Masssimo.

  7. marco dice:

    Rileggendo dopo un po' di astinenza un dibattito sui blog, e questo in particolare, mi vengono in mente le ore passate a discutere con a. e s. di blog-locali; da quelle discussioni nasce – nel gennaio del 2001 – Crocevia.net e questo è il suo manifesto. Com'è andata a finire? Non saprei, diversamente da come ci eravamo localmente immaginati.