Bill Gates davvero non riesce a trattenersi. Nonostante le sue modeste doti di veggente appena puo’ ci propone il suo numero mediatico della previsione su come sara’ Internet domani. Ora, dei tanti profeti della tecnologia, Bill e’ obiettivamente uno dei piu’ prolifici. E sfortunati. Uno che si e’ potuto concedere il lusso di considerare Internet “una cazzatina”, che negli anni ha teorizzato il boom clamoroso dei set top box, degli ebook, e dei tablet pc, se avesse un minimo di decenza si prenderebbe un lungo periodo di riposo dalla professione di futurologo. Ma cosi’ non e’ e ieri a Davos Gates c’e’ cascato ancora. L’ultima delle sue previsioni a capocchia? Lo spam sara’ sconfitto nel giro di due anni.
Storie, ma se anche fosse ( e per carita’ lo speriamo) il metodo di MS per sconfiggerlo, fra i tanti allo studio attualmente, puzza di marcio da lontano un miglio. Ai futurologi creduloni noi siamo affezionati, a quelli troppo furbi, no.
Immagine di Luca Schiavoni tratta da PI.
Gennaio 26th, 2004 at 11:31
Ad onor del vero però devo riconoscere che dalle prime invettive antispam di Billy G. ad oggi il livello di spam nella mia casella hotmail è notevolmente diminuito.
Gennaio 26th, 2004 at 11:45
A dir la verità , il secondo dei metodi proposti da Gates mi sembra interessante, a prescindere dalla sua realizzabilità tecnica su cui non ho nessuna idea. Costringere un PC a usare un po' di CPU per ogni email inviata limiterebbe il mass mailing, e quanto meno aumenterebbe i costi di invio dello spam. Dove senti la puzza di marcio?
Gennaio 26th, 2004 at 11:52
beh il francobollo elettronico mi pare una iniziativa potenzialmente pericolosa…….ed in ogni caso -potendo- mai lascerei una faccenda tanto importante alla gestione di chi ha sempre osteggiato ogni standard.
Gennaio 26th, 2004 at 13:59
Guarda che la diminuzione dello spam tra un paio di anni (dopo un aumento ulteriore, fino ad allora) e' cosa su cui concordano pressoche' tutti. Ho seguito a dicembre un convegno a Dublino, sullo spam, e tutti gli esperti su questo erano d'accordo, non solo gli uomini di Bill.
E dal mio piccolo punto di osservazione, da utente, direi che gia' ora lo spam italiano e' in diminuzione se non crollato (ad ogni buon conto, io invio ai pochi rimasti l'apposito comunicato di diffida con minaccia di procedere presso il Garante); quanto a quello Usa e internazionale, i filtri di Tin che tu tanto disprezzi riescono a fare una buona scrematura.
Ciao, Fabio.
Gennaio 27th, 2004 at 05:17
A me sembra che tutta questa faccenda dello Spam sia il solito falso problema, messo su ad hoc per spillare un po' di soldi ai soliti ignoranti informatici.
Prima di tutto qual'è il "modello di business" dello spam?
La maggior parte dei messaggi non voluti sono essenzialmente legati a porno-servizi, allungamenti e allargamenti vari o siti porno "tout court". Quindi dovrebbero essere loro che pagano qualche programmatore per inventarsi i software di spamming.
Ora, non ho dati sottomano, ma sono pronto a scomettere che il conto economico di questo modello di business non sia molto roseo perchè non credo che siano molte le persone che ricevendo tali tipo di posta, aderiscano poi ai servizi offerti. Chi voleva aderire probabilmente lo ha già fatto spontaneamente.
Quindi nel medio periodo il problema si dovrebbe risolvere da solo.
Secondo, proprio il rimedio della microsanzione proposto da Bill Gates nasconde la volontà di non risolvere il problema.
Se qualcuno conosce l'IP dello spammer, tanto da potergli addebitare una somma, allora potrebbe risolvere il problema a monte utilizzando gli stessi sistemi di blocco degli IP già utillizzati da molti strumenti di weblog.
Terzo, ragionando alla Andreotti, mi viene il sospetto che il vero modello di business dello spam sia quello che vede una piena coincidenza o una forte connivenza tra lo spammer e il soggetto che ci dovrebbe difendere. Guarda caso, i provider di servizi tipo posta elettronica gratuiti (libero, Tiscali tanto per non fare nomi) tra i tanti servizi a pagamento che possono proporre, hanno puntato tutti ai servizi antispam.
Vorrà dire qualcosa?
Gennaio 27th, 2004 at 08:09
Credo la tua si chiami teoria del complotto, ubik. Personalmente non ci credo molto. E' vero che, ad esempio sui virus, è nato un florido commercio che non avrebbe ragione di esistere senza i virus writer. Che è lo stesso che dire che jonny walker bush jr. nn potrebbe fare le sue sparate da pistolero texano senza l'esistenza dei terroristi. Parlare di connivenza però mi sembra decisamente mancare il punto. I metodi studiati da microsoft sono assolutamente inefficienti, come giustamente dice massimo: quel che ms fa, lo fa per i soldi. Non è disposta all'interoperabilità . Vuole qualcosa che le faccia vendere piu' exchange server, non salvarci dalle mailbox intasate. Ms vorrebbe risolvere il problema dello spam per i propri clienti, non per il mondo intero. Altrimenti avrebbe varato qualche progetto open source, per velocizzare le cose. I tre metodi proposti da gates sono egualmente ridicoli. Non sto neanche a parlare dei quiz da risolvere ad ogni invio di mail, si commenta da sè, il francobollo invece prevede che io dia l'assenso per l'addebitamento da parte di server a me sconosciuti, oltre al fatto che per prima cosa si dovrebbe creare un sistema per identificare univocamente l'utente su internet, e addio privacy. Sull'opzione lavoro di computing vorrei far notare che questa come ogni altra soluzione che preveda un'onere sul computer del mittente non farebbe altro che rendere più lenti i computer degli utenti casalinghi onesti, mentre gli spammatori continuerebbero ad acquistare o a farsi scrivere software privo di limitazioni. In ogni caso anche la soluzione alternativa di aol sembra destinata al fallimento, in quanto si autoprotegge identificando i server aol da cui l'email è stata inviata, ma se io spedisco la mia mail dal mio server privato?
Gennaio 27th, 2004 at 15:47
Mah ci sono personaggi che per amor proprio, onestà intellettuale o entrambe ci tengono alla fondatezza di quello che dicono. Ci sono poi quelli come Bill che fanno solo attenzione che alla fine delle carte la mano buona sia la loro. Come illustra la vicenda di Internet Explorer e l'intera storia della MS.
Quanto ai rimedi fanno notare anche a me che le misure sperimentate da Aol, Yahoo e soci sono finalizzate a risolvere il problema al loro livello.