Stavo dando una occhiata ai commenti dei lettori alla intervista ad Enzo Mazza, presidente della FIMI che Paolo de Andreis ha pubblicato oggi su PI (una intervista lunga e un po’ furbetta nella quale Mazza agita la clava della denuncia penale per gli utenti del file sharing) quando ho trovato questo commento (anonimo) che trovo condivisibile:
– il p2p ha ingenerato una sorta di cleptomania informatica che spinge molti a prelevare di tutto e di piu’ tanto per saturare la banda: E’ OVVIO che in condizioni normali questo traffico non si traduce in un potenziale mercato di media, ma loro sembrano non volerlo capire
Credo sia vero e penso che ognuno di noi lo abbia almeno qualche volta sperimentato. Nel regime, magari talvolta illegale, della abbondanza di contenuti disponibili, legata a Internet al P2P ed alla larga banda, il valore non e’ piu’ nel semplice contenuto fisico di quanto leggiamo/ascoltiamo/vediamo ma nella sua capacita’ di “emersione” dal mare di dati raccoglibili a guadagnare la nostra attenzione. E si tratta di una attitudine sulla quale curiosamente gli industriali dei media non hanno grandi possibilita’ di influenza diretta. Una delle tante ragioni che giustificano una certa ritrosia nell’affrontare il mercato digitale da parte di chi dovrebbe invece far di tutto per incentivarlo.
Gennaio 24th, 2004 at 03:53
innanzitutto, vorrei ringraziarti. quando ho visto il numero di post a commento all'articolo ho abbandonato quella pagina di PI, colto da pigrizia per la lettura di tanto materiale, che ho presunto fuffoso e flamoso. eh, a presumere si sbaglia, pure.
quindi, grazie per aver estrapolato un commento effettivamente interessante, avendomi risparmiato la fatica. sentendomi ora in colpa, leggero' tutto nel fine settimana.
scrivo questo post mentre ascolto 'the john dunbar theme', tratto dalla colonna sonora di 'balla coi lupi'. se avete visto il film, sapete di che si tratta. io il film lo vidi a suo tempo, (pagando il biglietto), lo rinoleggiai (pagando il noleggio) tempo dopo, perche' (e' il caso di dirlo?) mi piacque assai. poi lo rividi sulla RAI (pago il canone, etc etc etc).
ecco, l'altro giorno m'e' venuta 'sta voglia struggente di sentire 'the john dunbar theme'. e l'ho scaricato con winmx. beh, pensatela come volete, ma io non mi sento come uno che ha rubato.
Gennaio 24th, 2004 at 05:09
Massimo, secondo me è ovvio che gli attuali padroni del vapore e i signori dei media non si vogliano cimentare nel nuovo mondo. E' stupido – perchè le lancette non le si tirano indietro – ma ovvio, perchè il loro business è un altro e… stanno bene così… i loro bei soldini li hanno – finora – sempre portati a casa. Quanto all' "emersione", lì sì che secondo me c'è un nuovo business, ma è un business di software/servizi/comunità – roba insomma diversa da ciò che sono abituati a fare e fanno più o meno bene i "media" e gli "intermediari" della musica (le major).
Gennaio 24th, 2004 at 09:03
concordo perfettamente, da qualche tempo cerco di affrontare l'argomento anche nel mio blog. Più aumenta la quantità di dati messi a nostra disposizione più diventa importante una ipotetica funzione di "selezione" che andrebbe operata su questi per evitare di smarrirsi. Funzione che però, paradossalmente, sparisce del tutto davanti alla afasia delle major del disco e delle voci ufficiali (giornali) che sembrano voltarsi dall'altra parte quando si parla di rete.
Gennaio 24th, 2004 at 10:51
a me sembra più che altro che il commento dica "beh, la gente scarica ma poi in realtà non utilizza", un po' come si faceva con i pacchi di software 15 anni fa.
Concordo con l'anonimo :-)
Gennaio 24th, 2004 at 15:15
Osservazione semplicequanto. Non si può che concordare acuta
Gennaio 24th, 2004 at 15:16
pastrocchio… Osservazione semplice quanto acuta. Non si può che concordare…