Se Gino Strada dice: un assassinio è un crimine, anche se alcune vittime sono assassini e criminali quei simpaticoni di Libero titolano: Emergency “in lutto†per i figli di Saddam. E’ la regola di un certo tipo di giornalismo di un livello da definirsi. In attesa di definirlo senza finire in tribunale ieri Libero ha preso le difese del Signor Corrado Maria Daclon un “signore” che ha citato per 50.000 euro l’Associazione Pacifista Peacelink perche’ questa ha copiato da un altro sito web (quello di Rifondazione) e pubblicato sul proprio, un manifesto ambientalista che portava erroneamente in calce la sua firma. Ne parlammo a suo tempo anche da queste parti. Rinnovo il mio stupore per come sia possibile che il presidente di una associazione ambientalista (il “signor” Daclon dalla querela facile) possa essere contemporaneamente anche consulente della Nato. Nel frattempo Peacelink non ci sta e chiede una rettifica a Libero
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agosto 5th, 2003 at 01:52
non capisco dove sia l'errore di Daclon. E' un personaggio pubblico, non uno qualunque. Non sta scritto da nessuna parte che debba accettare senza far nulla che il suo nome venga apposto su un manifesto così smaccatamente schierato politicamente, soprattutto se questo manifesto diffonde idee che non corrispondono per niente alle sue. Non ha il diritto di difendere il suo nome ? Per me il problema è che nel mondo ambientalista se non sei schierato ti guardano male. Io sono con Daclon, peacelink se la prendesse con rifondazione, visto che mi sembra di capire che l'errore lo hanno fatto loro.
agosto 5th, 2003 at 02:17
bastava chiedere che il proprio nome fosse rimosso dal documento……..68 firme invece che 69….ecco l'errore…il piu' banale degli errori…….
agosto 5th, 2003 at 05:11
semmai bastava controllare le firme prima di pubblicare. la frittata non l'ha fatta Daclon, chi sbaglia paga e quel qualcuno non è Daclon. Mi spiace, ma non sono d'accordo con te. Saluti.
agosto 5th, 2003 at 13:12
Prima di trattare le parole di Strada sempre come Vangelo (e pur riconoscendogli un coraggio encomiabile in alcune delle cose che ha fatto), si dovrebbe aver frequentato il personaggio in tempi, in ogni senso, non sospetti (e in situazioni più convenzionali). In alternativa si possono leggere i suoi libri, ascoltarlo se piace, ed aiutare comunque la sua associazione, o altre. Ma il Vangelo è già stato scritto. Le sue sono parole sempre e soltanto "normali". Non contengono LA VERITA'.
agosto 7th, 2003 at 17:16
Umberto, ma secondo te un errore del genere ha cagionato un danno di 50.000 euro?
Con il polverone sollevato la smentita è già stata + che sufficiente, Daclon non chieda una lira che tanto non gliela daranno
agosto 8th, 2003 at 01:45
non so quantificare il danno. però non mi sembra piccolo. con tutto il rispetto, continuo a pensare che un personaggio pubblico abbia il diritto di chiedere un risarcimento se il suo nome viene accomunato pubblicamente ad un gruppo di persone che sostengono tesi completamente lontane dal suo punto di vista. tutto qui. sarà perchè, lo ammetto, conosco daclon. e so che è una bravissima persona, competente e cortese. credimi, una persona squisita.
agosto 8th, 2003 at 06:15
Sono d'accordo con Umberto. Poi pare che Rifondazione, da quanto si legge su Libero, ha tolto la firma di Daclon. Peacelink, per la solita logica (logica?) della "disubbidienza" si ostina per sfida a mantenere il nome, non capendo che più il nome rimane in rete più aumenta il danno cagionato, quindi più rischiano di dover pagare. Se fossero più furbi avrebbero tolto il nome dopo un giorno, sostenendo che il danno era insignificante (quanti vedono il sito di Peacelink in un giorno, a parte amici e parenti? Non è certo la CNN o il Corriere). Non voglio essere malizioso, ma si sarebbe montata la stessa campagna mediatica se un aderente di Peacelink trovava la sua firma in un appello di Alleanza Nazionale e faceva causa? Sarebbe stato anche lì un "signore" dalla querela facile oppure un cittadino che si batteva contro i soprusi del potere?
agosto 8th, 2003 at 07:35
Squisito Umberto, i casi sono due:
a) uno non conosce Daclon, e allora la sua firma non gli dice niente;
b) uno conosce Daclon, e per tutte le storie che sono venute fuori sa che non ha davvero firmato.
In entrambi casi il danno cagionato, aldilà dello sberleffo, è ridotto.
Io non sto con Daclon né con Peacelink, sto con il buonsenso, e il buonsenso mi dice che, se davvero Daclon andrà avanti nella sua azione, sarà esiguo.
Perché i giudici usano la testa, quando possono.
agosto 8th, 2003 at 09:35
grazie, contraccambio lo squisito (comunque confermo, daclon lo è sul serio). temo che l'ultima affermazione sia un wishful thinking … al quale posso anche accodarmi perchè sicuramente mi piacerebbe fosse vero, ma continuo a reputarlo qualcosa fuori dalla realtà italiana, ahinoi. il tuo ragionamento fila, ma credo sarebbe più applicabile ad un personaggio più noto di daclon … che so, se qualcuno inserisse il nome di gianfranco fini o silvio berlusconi su quel manifesto la penserei come te. ma daclon non ha questa rilevanza così evidente, e la sua notorietà riguarda proprio il campo ambientale, per cui chi lo conosce potrebbe semplicemente pensare che sia un altro nome dell'ambientalismo italiano a sottoscrivere l'appello (chi lo conosce come segretario generale di pro natura non è tenuto a conoscerne le idee politiche); e la cosa vale anche per chi non lo conosce. se poi si vuole discutere sull'importo richiesto, non ho competenze in materia … certo che a vdere i risarcimenti miliardari che certi giudici si deliberano l'un l'altro ai danni di alcuni organi di stampa, 50.000 € sono bruscolini …
agosto 8th, 2003 at 11:12
Scusate, ma perché tanti problemi e campagne stampa e web per una tra le migliaia e migliaia di cause di diffamazione che sono in atto in questo Paese? Esistono forse gli intoccabili? Peacelink gode di qualche immunità che non conosciamo? Vogliamo lasciar decidere ai giudici, senza alzare tanta polvere? Che senso ha, anche sul presente sito, sfottere questo Daclon chiamandolo "signore" in senso sarcastico, solo perché fa valere i propri diritti?
agosto 8th, 2003 at 14:36
Il senso , cara lorena, e' banalmente che su questo "sito" io scrivo cio' che penso e se mi sfugge un po' di sarcasmo ( e mi capita, accidenti) mi perdono da solo….nel caso specifico trovo – come in parecchi altri casi simili- che si tratti di una iniziativa spropositata (un nome sbagliato su 69 in una remota pagina web che nessuno ha letto) e riprovevole (far causa ad una piccola associazione pacifista chiaramente senza grosse responsabilita' nell'accaduto) intentata oltretutto contro un soggetto economicamente debole e che presenta connotati attinenti alla liberta' di espressione _per me_ abbastanza evidenti….poi ovviamente decidera' il giudice…per ora da queste parti, finche e' possibile e nei limiti del consentito ( e col tuo permesso perdinci) continuiamo a parlare solo di quanto a me pare utile o divertente o interessante (con o senza sarcasmo annesso)……apprezzo i commenti di chi la pensa diversamente da me (grazie umberto) se qualcuno ha la gentilezza di lasciarli….ma su cosa sia o non sia in topic decido da solo. A costo di annoiare il pianeta intero……..saluti.
agosto 9th, 2003 at 04:30
Si potrebbe esordire con un bel "de minimis non curat praetor", in pieno accordo con quanto scrive la signora Lorena.
Non facciamo una piega nell'apprendere che qui si scrive "quanto a lei pare utile o divertente o interessante", siur Mantellini, ma allora non ci venga poi a tirar fuori le giaculatorie sul perché i giornalisti odiano i blog.
C'è un sacco di gente comune, senza privilegi di casta da difendere, che pensa esattamente le stesse cose stigmatizzate in quell'articolo. Non senza ragione, e questo può esserne un esempio eclatante.
Non la sfiora il sospetto che certe notizie non giungano agli onori della cronaca semplicemente perché l'uomo medio se ne impippa di certe questioni, invece di scomodare contorte dietrologie, oscure manovre di palazzo e complotti alla Richelieu ? Rasoio di Ockahm, rimane un accessorio indispensabile anche per chi non si rade.
agosto 9th, 2003 at 11:41
Nessuno vuole compromettere la libertà di espressione, ma solo stabilire che esistono delle leggi e valgono per tutti, anche per "una piccola associazione pacifista" che ritiene di essere intoccabile. Ma avete dato una occhiata al loro sito? Alla pagina degli appuntamenti (www.peacelink.it/appuntam/ Info%20dettagliate%20sulla%20manifestazione%20di%20Ravenna%20del%2030%20marzo.htm)
per la manifestazione di Ravenna del 30 marzo 2003, si legge "I veri terroristi sono loro! NATO: NORTH
ATLANTIC TERRORISTS ORGANIZATION FERMIAMOLI". Si sostiene che la NATO è dietro le stragi italiane, Brescia ecc! La NATO avrebbe tutte le ragioni di querelare chi definisce terrorista una organizzazione sovranazionale. O questa non è diffamazione? Vogliamo chiedere ad un magistrato?
Se io, giornalista pubblicista, scrivo che "Caselli è amico di Violante" (come ha fatto Vittorio Sgarbi) vengo condannata a cento milioni di vecchie lire di multa per diffamazione, per aver posto in atto insinuazioni su un magistrato e le sue idee politiche. Un cittadino ignaro che trova il suo nome sotto un appello partitico deve stare zitto e contento (forse ringraziare?) perché gli autori di ciò sono "una piccola associazione pacifista"?. Poveri noi.
agosto 12th, 2003 at 07:43
Non se la prenda, signora Lorena, è fiato sprecato. Anche a me è parso che Lei volesse esprimere una sua opinione inerente il post di Mantellini (cosa perfettamente lecita: non per niente è aperto uno spazio commenti, e che noia fossimo tutti d'accordo!), e mi pare evidente che Lei fosse ben lungi dal contestare al Mantellini la liceità del proprio sarcasmo sul proprio blog. Perche' allora tanto accanimento, quando Umberto viene financo ringraziato? Molto semplice: si chiama corporativismo. Umberto è un blogger, Lei, signora Lorena è una semplice lettrice, peggio, una pubblicista. Dovrebbe sapere che i blog non son fatti per essere letti, ma per far comunità tra persone con affinità elettive. Sono ben accetti i marchettari che postano commenti sul blog di mantellini (che in italia è un vero A-Class) solo per farsi notare e guadagnare contatti sul proprio blog che nessuno conosce (il blogger è vanesio) o, ancor meglio, riuscire a catturare le benevolenze del Mantellini (cosa possibile, ma molto difficile se non si è vecchie volpi del web e blogger della prima ora). I semplici lettori, anche con nome e cognome, vengono snobbati. Pubblicisti e giornalisti della carta stampata sono invece visti come il diavolo puo' vedere l'acquasanta, salvo rarissime eccezioni (ma occorre essere giornalisti-blogger).
Un saluto a tutti
agosto 19th, 2003 at 15:49
Un amico ha posto alcuni giorni fa un quesito a Peacelink: leggendo una dichiarazione di Corrado Maria Daclon su Libero del 12.8.03, emergono questi rapporti del prof. Daclon con la Nato: “Per la Nato ho partecipato ad alcuni workshop internazionali in tema di scienze ambientali, dal risanamento del Mar Caspio alla desertificazione della regione del Lago di Aral ad esempio, insieme a colleghi e studiosi di tutto il mondo. Ciò non vuol dire percepire compensi (cosa mai avvenuta) ma intervenire in panel scientifici internazionali, come ho fatto in passato per il Programma Ambiente delle Nazioni Unite o come faccio abitualmente per la Commissione Europea a Bruxelles”. In effetti anche nella citazione in giudizio, che Peacelink pubblica sul suo sito, si parla del prof. Daclon come docente universitario di scienze ambientali, presidente di una associazione ambientalista, consulente della Commissione Europea, collaboratore di trasmissioni televisive, esperto di enti locali, e solo alla fine si ricorda marginalmente che figura tra i partners scientifici del "Committee on the Challenges of Modern Society” della Nato, commissione che ha il solo compito di organizzare convegni e studi scientifici.
Perché tanta enfasi sottolineando addirittura che “la Nato vuole chiudere Peacelink”, richiamando un improbabile legame tra “apparati militari dell’Alleanza Atlantica” e ambientalisti? Perché tra le molteplici attività del prof. Daclon si parla a senso unico di quella che probabilmente è la meno significativa nel suo curriculum, e nello stesso atto di citazione è riportata più che in secondo piano? Forse avrebbe funzionato diversamente la raccolta di contributi nell’ambito di una campagna stampa vittimistica se “un docente universitario” querela Peacelink, oppure “un esperto degli enti locali”, oppure “un collaboratore di trasmissioni televisive”, o ancora “un consulente dell’Unione Europea”, e così via, querela Peacelink. La Nato che attacca i poveri pacifisti, con i suoi poderosi “apparati militari”, funziona meglio. Alla faccia della trasparenza e della correttezza dell’informazione.
A proposito, il mio amico non ha ricevuto alcuna risposta e la sua email non è stata pubblicata. Le minacce di violenze nei confronti del prof. Daclon, evidenziate da Libero del 3.8.03, quelle sì, sono state pubblicate sul sito di Peacelink. Sempre per quel diritto alla libertà di informazione di cui si parlava.
agosto 22nd, 2003 at 08:02
Traspare una nota di fondo dal casino mediatico (scusate il termine) che sta facendo Peacelink per questa storia: evviva la libertà di espressione e di pensiero, purché non sia diversa dalla mia. Non ho mai visto persone così sconcertate e sconvolte, come questo Gubitosa di Peacelink, nello scoprire che non tutti la pensano esattamente come lui. Volete sollevare polveroni? Accettatene le repliche, è la democrazia signori. Ed accettate il giudizio della magistratura, aggiungerei, perché le sentenze non le scrive Zanotelli o i no-global ma un Tribunale "in nome della legge".