30
Giu

DEFINIRE un HACKER

Vittorio Bertola (qui il suo blog) vecchio Internet user italiano ha una bella definizione di hacker pubblicata su Pi di qualche giorno fa:

Beh, innanzi tutto io non ho il quarantadue in mano, quindi al massimo posso dirvi cosa significa essere hacker per me stamattina. Dunque, se essere hacker significa credere di avere una risposta pronta per tutto, difendere orgogliosamente una purezza di “alternativo”, accumulare conoscenza allo scopo di disprezzare quelli che non ce l’ hanno e di usarla per danneggiare quelli che non la pensano come me, allora non sono un hacker e non lo sarò mai (ma gente così, al meeting, non ne ho conosciuta – al massimo un paio su qualche mailing list).

Ma se significa vivere con curiosità  e con dubbio, voler sempre capire cosa c’è dietro alle questioni tecniche così come a quelle economiche e politiche, rifiutare i piatti pronti che mi passano dall’alto per inventare liberamente i miei, e pretendere il seimiliardesimo di potere sul mondo (niente di più, niente di meno) che mi spetta di diritto, allora lo sono, lo sono sempre stato, e sono orgoglioso di esserlo.

E sono anche assolutamente sicuro che solo se un pizzico dell’approccio hacker al mondo contagerà  ognuno di noi – anche quelli che il PC lo usano soltanto per Word in ufficio, e a cui Linux pare il nome di un detersivo – sarà  possibile conservare, in un’era di comunicazioni globali, la nostra libertà  personale.

Un commento a “”

  1. Anonimo dice:

    bello!