05
Giu

INDAGINI P2P: CHI DICE IL VERO?

Oggi Repubblica ritorna con un ennesimo articolo di Marco Mensurati sulla faccenda delle indagini della procura di Milano su P2P e pirateria. Mentre la faccenda viene bollata su tutta la internet italiana come una bufala, repubblica rilancia. E’ molto interessante che – benche’ l’articolo dia conto anche delle proteste nate in rete in questi giorni – lo stesso sia disponibile solo ai lettori della versione cartacea ( o di quella a pagamento). Non mi pare sia un caso. Mensurati conferma che le indagini coinvolgerebbero non solo pirati professionisti ma anche normalissimi utenti dei software di file sharing. La novita’ e’ che il loro numero e’ nel frattempo lievitato da 3000 a oltre 10000. Per dare credito alla notizia e’ stato intervistato il pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Gianluca Bragho’ che dichiara:

“Si tratta di una inchiesta molto delicata che ha rapidamente assunto grandi proporzioni a causa della larga diffusione del fenomeno. Abbiamo indagato su tre fronti: quello dei pirati della rete che vendevano senza autorizzazione prodotti tutelati dal diritto d’autore intascando senza autorizzazione fino a 25 mila euro al mese; quello degli “scambisti” ovvero di chi i file li scarica nei modi piu’ disparati anche attraverso il peer to peer per poi scambiarseli e infine quello dei downloader semplici utenti che si limitano a copiare i file per uso personale.”

A questo punto e’ ben evidente che o il pubblico ministero (nel caso confermi il virgolettato) dice le bugie o le dice la guardia di finanza che ieri ha rilasciato un comunicato stampa sull’indagine di tutt’altro tenore. Ultima annotazione che mi sento di fare: il termine “scambisti” inventato dai giornalisti di repubblica per definire chi utilizza software di condivisione in rete trovo sia particolarmente odioso.

9 commenti a “”

  1. Beppe caravita dice:

    Odioso, ben detto.

  2. F5 dice:

    Allena il tuo dito con del sano F5 ! Non te ne pentirai!

  3. Giorgio dice:

    a parer mio anche "downloader" è concorrenziale quanto a odiosità …

  4. Gaspar dice:

    E pensare che questo magistrato ha anche l'email (gianluca.bragho@giustizia.it): chissà  se la usa.

    Ma forse la dichiarazione non smentisce la GdF: abbiamo indagato su tre fronti, su uno dei quali abbiamo trovato reati.

  5. Massimo Moruzzi dice:

    non è solo Repubblica, anche le Major che non capiscono che siamo – o potremmo forse tornare ad essere – i loro clienti…

  6. Mirko dice:

    A me sembra chiaro che qualcosa stanno facendo altrimenti non uscirebbero questi articoli a distanza di giorni.

  7. sparkle dice:

    dunque. la questione è complicata. da quello che mi è sembrato di capire credo sia necessario confrontare le varie fonti di informazione [stampa, internet, tv] e, soprattutto le varie versioni delle dichiarazioni da quando la notizia è stata resa nota.
    le indagini e i conseguenti arresti sono state effettuate su chi distribuisce copie illegali per la vendita pubblica [per intenderci: cd e dvd che possiamo acquistare per strada] e chi possiede grossi server che permettono il download di file musicali e non. credo che il problema del p2p subentri quando l'utente scarica i file da server di privati ma aperti a tutti [per esempio quelli disponibili tramite winMX o KazaaGold] e non per quel che riguarda il semplice filesharing. dimostrare che i file messi a disposizione dal singolo utente violano le leggi sul copyright è una cosa parecchio complessa e difficile da approntare online senza controlli precisi.

  8. MarkRenton dice:

    Credo che Mensurati e un po' di altra gente di Repubblica dovrebbero fare un altro mestiere. Spero che a Repubblica prima o poi facciano un po' di pulizia, anche se credo che sia una speranza vana, visto che Repubblica non è il New York Times.

    Intanto dai un'occhiata qui:

    http://www.apogeonline.com/webzine/2003/06/04/01/200306040101

  9. Antani dice:

    Sparkle ha messo il dito nella piaga. Spero che il lavoro tocchi tutto a Bragò, ce lo vedo con la fila di 10000 "scambisti" (cos'è, le ferrovie dello stato?) fuori dalla porta e lui a fare domande del tipo "Ok, due di Madonna, Alexia e poi cos'altro?".

    Il problema, in Italia, è che chi le combina poi è sempre l'ultimo a pagare.

    Spero vivamente si tratti di una bufala.