04
Ott

GNUECONOMY

Invitato da Gianluca Neri di Clarence ho postato il mio primo intervento su GNUeconomy. Ho pero’ parecchie perplessita’ sul fatto che i blog possano essere degli strumenti troppo aperti e guardo con interesse e qualche disincantata curiosita’ ad esperienze come Verbamanent o come i recenti poliblog tipo blob of the blog o united blogzine of www. Saro’ scemo ma continuo a pensare che “personale” sia l’aggettivo che meglio si adatta alla comunicazione nella blogosfera, senza per questo voler caricare l’aggettivo di un insopportabile egotismo*.

* era tanto che desideravo usarla. ;-)

Un commento a “”

  1. strelnik dice:

    Ciao Massimo

    riflessioni a caldo sul supposto egocentrismo dei blog:

    son d'accordo con te sull' "ego-gratification" (per riprendere l'articolo "The Blog Phenomenon" di qualche mese fa di J.Dvorak ) che sta alla base dell'aprire e mantenere un blog; è fondamentale che il bloggatore abbia la sensazione di star parlando di se stesso con un pubblico più o meno vasto di lettori o quanto meno di specchiarsi un po' nella propria personalità ; questa credo sia la prima meccanica interna, la scintilla che fa scattare il primo post (quindi anche comr possibile origine ego /t/ ista).

    Ma è anche vero che il blog, e maggior ragione le varie di forme di poli-blog, sono s e l f – s h a r i n g (condivisione di sè) allo stato più puro.

    Andrew Sullivan ha già  detto che i blog sono per le parole ciò che Napster è stato per la musica: forse è vero.

    Questo è uno dei meccanismi che stanno alla base di Blob of the Blogs; il bloggatore che ne cita altri cinque attiva un meccanismo di questo tipo: lascia momentaneamente le cose che scrive nel proprio blog per affermare la propria individualità  solo perchè ha s c e l t o quell'estratto del Blog A invece che del Blog B. E accetta a sua volta democraticamente di venire citato e quindi di vedere riconosciuta la propria individualità  da persone che lo sceglieranno per la parte che a l o r o più interessa.

    Perchè, checchè ne abbia detto Leibniz, non credo all'inespugnabiltà  e all'impossibilità  di interagire l'uno con l'altro, ché non siamo orologi che suonano alla stessa ora solo perchè qualcuno li ha sintonizzati prima, suoniamo tutti insieme perchè ci influenziamo a vicenda -e meno male che è così. Il fatto che poi ognuno abbia iniziato a "ticchettare" spinto dal proprio e particolare meccanismo interno lo capisco: è che dopo, IMHO, si ha bisogno anche confrontarsi/apprezzare/mescolare/ anche con "scorrimenti" diversi.

    Scusa per il pistolotto finale finto-filosofico-tardo moraleggiante, ma il primo amore non si scorda mai.

    saluti